di Donatella Percivale | Foto di Lino Cianciotto
Costa delle Miniere: nel Sud della Sardegna, un sottosuolo ricco di argento e zinco sfruttato per secoli dall’industria. Dove oggi si punta su un futuro fatto di turismo sostenibile, cultura, arte, storia e tanta natura
«Non garantiamo strade comode e veloci per raggiungerci, chef stellati a prezzi stellari, grandi porti in cui attraccare… Non garantiamo il pensiero unico, garantiamo tutto un altro mondo…».
Inizia così il viaggio per immagini che su YouTube racconta la nuova vita della Costa Verde, Sud Sardegna: bianche scogliere a picco sul mare, boschi a perdita d’occhio di lecci e querce da sughero costellati da antiche miniere, templi punico romani, grandi dune ricoperte di macchia e spiagge di sabbia sconfinate lambite da acque cristalline. È un viaggio alla scoperta di una Sardegna ancora poco conosciuta. L’incanto dei luoghi unito alla semplice ospitalità. Quello della Costa Verde o delle miniere è un territorio che si estende dal litorale di Gonnesa fino ad Arbus, passando per Buggerru, Fluminimaggiore, l’Iglesiente e il Guspinese. Una destinazione conosciuta per i siti minerari di ferro, argento, zinco, che ne caratterizzarono l’economia fino alla metà del secolo scorso; quando nei primi anni Novanta chiusero definitivamente, iniziò il declino: case vuote e disoccupazione. è su un passato non lontano che oggi si riaccendono i riflettori, protagonisti i tanti monumenti di archeologia mineraria che si trovano lungo il cammino, con gallerie, laverie, ville, strade ferrate ed ex case di minatori.
Costa delle Miniere è dunque il brand che il sindaco Marco Corrias, giornalista, fluminense di ritorno, a capo di una lista civica che lo ha eletto con oltre il 60 per cento dei voti, ha deciso di promuovere a livello internazionale. Un nome utilizzato per la prima volta dalla guida paraolimpica e fotografo Lino Cianciotto per indicare i percorsi di trekking della zona. «La Costa delle Miniere non vuole garantire la normalità del viaggio» sottolinea Corrias. «Al contrario, garantisce strade scomode con paesaggi mozzafiato, l’eccezionale bellezza dei luoghi, la genuinità del cibo e l’ambiente spettacolare. Vogliamo mostrare un territorio in cui le montagne si tuffano nel mare, disseminato di siti storici come il tempio punico-romano di Antas (unico in Sardegna, quasi completamente distrutto e ricostruito negli anni Settanta), con splendidi itinerari naturalistici come le grotte carsiche di Su Mannau (lunghe oltre 20 km e in buona parte visitabili) come le miniere restaurate e visitabili di Su Zufuru o la Henry a Bugerru, affacciata direttamente sul mare. E poi arrampicate su pareti da brivido come quelle di Punta Pilocca, Buggerru e Capo Pecora. Ci si può rilassare al Bananao o al Dido beach sulla spiaggia di San Nicolò ma si può optare anche per un soggiorno più attivo e dinamico». Chi sceglie questa costa trova comunque un’accoglienza familiare fatta di piccoli agriturismi nascosti nel verde nei quali provare l’ospitalità di una Sardegna autentica.
E proprio a Fluminimaggiore, in un territorio circondato da spiagge che non temono confronti con quelle più patinate del Nord dell’isola (da Cala Domestica a Pan di Zucchero, Portixeddu, Capo Pecora, Scivu, Piscinas), si lavora con passione ed energia alla nascita dell’Happy Village, la prima residenza diffusa pensata per gli over 65 di tutta Europa. Poco distante dalla costa (sette km), dalle dune di Piscinas (uno dei deserti naturali più grandi d’Europa) e dall’aeroporto di Cagliari (un’ora di auto), con centinaia di case disabitate e una comunità accogliente dedita al benessere dei propri ospiti, il paese torna a scommettere su un futuro sostenibile. «I cantieri sono già stati avviati – spiega il sindaco – abbiamo costituito una cooperativa di comunità, la prima in Sardegna, con oltre 350 soci. La Lega delle Cooperative sarda ha messo a disposizione dieci milioni di euro e nel giro di un anno saranno pronte le prime 14 abitazioni. Pensiamo a un pacchetto chiavi in mano, dove chi arriverà, oltre al clima mite tutto l’anno, troverà residenze con giardini, domotica, trasporti e servizi su misura, eccellenze enogastronomiche a km zero e la possibilità di condividere periodi di permanenza in strutture di ottimo livello».
La notizia di un paradiso low cost ha già fatto il giro del mondo e le richieste arrivate via mail al Comune sono centinaia: ci sono gruppi di signore single che dal Piemonte hanno già le valigie pronte per trasferirsi al mare, un magistrato in pensione che era incuriosito dalle spiagge tunisine ma ha deciso che è meglio la Sardegna, così come famiglie tedesche, austriache e persino giovani coppie russe arrivate e subito innamoratesi dell’isola.
«Dopo i primi articoli sulla stampa siamo stati bersagliati dalle richieste – commenta Corrias – in molti sono venuti a visitarci e alcuni hanno già comprato casa. Stiamo facendo nascere un nuovo territorio che non ha ancora trovato uno spazio sulle mappe, gli stiamo dando un nome e un progetto, rafforzando il senso di comunità. Lo scetticismo cui ci eravamo abituati sta finalmente svanendo».
Anche il mondo della cultura ha aderito con slancio alla rinascita del paese. A fine giugno, Fluminimaggiore ha ospitato la prima edizione de Le Giornate del Respiro, festival organizzato da Sardegna Teatro con performance, talk, laboratori e attività naturalistiche, un evento nel quale gli artisti partecipanti hanno realizzato lavori creati appositamente sul luogo, nati anche dal confronto con le comunità. In un territorio in cui la silicosi per anni ha stroncato le vite di tanti minatori, Le Giornate del Respiro hanno creato occasioni di incontro con tutte le fasce della popolazione, dando modo agli artisti di ascoltare le storie della gente, trarne ispirazioni e restituire la gioia di tornare a condividere spettacoli dal vivo anche grazie alla ristrutturazione di un bel teatro nel centro del paese.
Poi a fine luglio, tra Fluminimaggiore e Buggerru è tornato in scena il cinema con la terza edizione dell’Andaras Traveling Film Festival. “Andaras” in sardo indica il viaggiare, ma è anche il nome dei sentieri che i pastori seguivano durante le transumanze e quelli che percorrevano i minatori lungo la Costa delle Miniere.
Il titolo di questa edizione del festival, “Tutti i sapori del viaggio”, è stato scelto grazie anche alla collaborazione con Slow Food e Touring Club Italiano. E proprio per questo, alcune sezioni del concorso e i relativi cortometraggi erano centrati sulla sostenibilità alimentare e sul fascino del viaggiare nel mondo lentamente, attraversandolo in modo rispettoso e non invasivo.