di Tino Mantarro
La magnifica storia dell'Atlante Internazionale del Touring Club Italiano,
La prima volta ci vollero dieci anni. Dieci anni di lavori “matti e disperatissimi” per confezionare l’Atlante Internazionale del Touring Club Italiano, ovvero la «sintesi grafica del sapere sul mondo». La prima vaga idea all’insegna del “diamo all’Italia un atlante che sia italiano” fu ovviamente di Luigi Vittorio Bertarelli. In una seduta del consiglio del Touring del 7 settembre 1917 iniziò a progettare un «grande atlante geografico internazionale che sostituisca onorevolmente, anzi con superiorità e con intendimenti nazionali i grandi atlanti stranieri in questo decennio diffusi anche in Italia. Non si tratta di un prodotto librario che possa fornire utili editoriali: si tratta di un’opera di dignità, di decoro nazionale». Detto, fatto. Solo che redarre da zero un atlante che fosse una grande opera di consultazione non è impresa di qualche mese: ci vollero dieci anni e un investimento per l’epoca enorme – 4.910.000 lire, circa 7 milioni di euro, il costo totale – per arrivare a produrre la summa del sapere geografico e cartografico dell’epoca.
Un lavoro immenso, che necessitò di una squadra di cartografi formati per l’occasione nella scuola laboratorio che il Tci aprì a Milano. Si trattava di mappare quello che alle volte era ancora quasi ignoto, affidandosi a fonti che a mano a mano che ci si allontanava dell’Europa erano sempre più precarie e inaffidabili. Fonti che vennero esplicitate per ognuna delle 160 tavole. Si trattava di un Atlante con una vocazione internazionale così, non senza polemiche, all’Italia venne dato lo stesso peso delle altre nazioni di dimensioni simili: tre tavole. Si dovette anche decidere come e se tradurre in italiano nomi di luoghi di cui prima di allora quasi si ignorava l’esistenza, costruendo una nuova griglia di esonimi nella nostra lingua, ma lasciando molto spesso i nomi dei luoghi nella lingua originale fornendo però per ogni tavola delle tabelle esplicative con le traduzioni in italiano. E si trattò anche di creare una gerarchia cartografica di nomi e simboli graduati nella loro grandezza tipografica a seconda del valore geografico. Nella sua versione definitiva l’Atlante conteneva 220mila nomi, ma ne furono raccolti ed esaminati ben 500mila.
Alla fine il prodotto fu un volume di formato 62x49, con tavole doppie, maneggevole nonostante il peso: nove chili e mezzo. Per fortuna oggi l’edizione digitale è consultabile su digitouring.it alla voce Atlante Internazionale. Anche perché per quanto diffusa quella prima edizione è una rarità editoriale. La prima tiratura – stampata per la prima volta in Italia con l’allora modernissimo sistema off-set bicolore – fu di 5mila copie, esaurite ancor prima di essere messe in commercio. La seconda ristampa in 7mila esemplari finì nel giro di qualche settimana. La presentazione ufficiale avvenne all’assemblea del X Congresso geografico italiano: tutti i presenti si alzarono in piedi ad applaudire per rendere omaggio alla memoria di Luigi Vittorio Bertarelli, morto un anno prima. Era il 7 settembre 1927.