di Marta Calcagno Baldini | Foto di Luna Simoncini
Dalla forza di volontà di due ipovedenti ad Ancona, nella Mole Vanvitelliana, è nato il Museo Tattile statale Omero con una collezione unica che spazia dall'arte al design. Tutta da scoprire al tatto
«La bellezza è uno dei doni più importanti per l’umanità, poterne fruire è fondamentale per tutti». Concetto non scontato, soprattutto se a formularlo è un disabile: spesso l’accessibilità nei musei e le località d’arte non è organizzata a dovere. Infatti sono parole di Aldo Grassini, nato nel 1940 ad Ancona, professore di storia e filosofia nei licei, cieco fin da bambino a causa dello scoppio di un residuato bellico e sposato con Daniela Bottegoni, concittadina e cieca dalla nascita. Insieme festeggiano il 37esimo anno dalla nascita di Omero, che hanno concepito e aperto nella loro città: il primo Museo Tattile Statale al Mondo.
«Per me e per mia moglie – ha detto Aldo – questo museo è come un figlio, che cresce, va all’università, matura la sua personalità. Ci dà tante soddisfazioni che ci ricompensano delle difficoltà che abbiamo affrontato per realizzarlo». L’idea infatti nasce nel 1985 dopo una delle tante gite della coppia, quella volta erano a Berlino: «Mia moglie e io siamo appassionati viaggiatori: spesso ci siamo dovuti scontrare con assurdi divieti che ci vengono posti in quanto ciechi in tutti i musei. ‘Non si può toccare!’ è il più frequente. Detto a un non vedente è come descrivere il sapore di un piatto senza poterlo assaggiare. In quel viaggio ne avevamo sentiti troppi.
Da questa esasperazione, al ritorno in Italia, è nata l’idea di mia moglie, che ho subito colto: creare un museo tattile, in cui le opere si possono conoscere anzitutto toccandole». Il museo Omero, dal 2017, si trova al secondo e terzo livello della Mole Vanvitelliana, o Lazzaretto di Ancona progettato nel XVIII da Luigi Vanvitelli su un’isola a forma pentagonale all’interno del porto. Da luogo di reclusione a museo aperto a tutti ed esempio concreto di integrazione (con anche un ristorante gestito da persone con la sindrome di Down). E per includere tutti, anche i vedenti sono invitati a indossare una mascherina nera sugli occhi per cogliere le opere usando tutti i sensi, a cominciare dal tatto.
A fine 2021 ha aperto una nuova ala dedicata al design, finanziata da Diego Della Valle, marchigiano. Si tratta di un luogo multisensoriale dove i visitatori possono scoprire in maniera interattiva gli oggetti iconici della storia del design italiano, selezionati tra i progetti vincitori e menzionati del Compasso d’Oro.
La nuova sezione del Museo Tattile Statale Omero si trova proprio all’ingresso Mandracchio della Mole Vanvitelliana e l’allestimento è curato da Fabio Fornasari. Trentadue gli oggetti esposti: dalla Moka Bialetti alla radio Cubo della Brionvega, dalla macchina da scrivere Valentine della Olivetti alla Vespa Piaggio, tutti da ascoltare, toccare, manipolare. L’esplorazione tattile prosegue poi con i capolavori della storia dell’arte le cui didascalie sono in Braille. Copie al vero, in gesso e resina dell’arte classica, dall’antica Grecia al Rinascimento, che dialogano con i modellini architettonici di celebri monumenti.
Si prosegue con il nucleo del Medioevo, fra romanico e gotico, fino alla sala del Rinascimento con il grande modello della Cattedrale di San Pietro e, fra gli altri, i lavori di Michelangelo: la Pietà di San Pietro e Pietà Rondanini, il Mosè, il David.
Ultima tappa al terzo piano, dove sono allestite le sculture originali di artisti italiani e internazionali dell’area figurativa e informale quali Giorgio De Chirico, Pietro Consagra, Arturo Martini, Marino Marini, Arnaldo Pomodoro e altri acquisite nel corso degli anni da museo. Molta strada è stata fatta dal ‘figlio’ Omero di Aldo e Daniela. Dalle prime mostre tattili del 1993 nelle allora scuole elementari Antognini di Ancona allestite grazie a un finanziamento della regione alla collezione di oggi, completa, importante e sempre in crescita. Ora l’obiettivo è tornare ai 30mila visitatori all’anno del pre Covid affinché sempre più persone possano finalmente toccare l’arte con mano.