di Carla Diamanti
Alla scoperta del lato verde della Giordania, viagginado tra parchi ed ecolodge
Comincia qui, in un palazzo di vetro progettato dall’architetto giordano Ammar Khammash e affacciato sulla città vecchia di Amman, l’immersione nelle riserve naturali della Giordania. Un patrimonio di aree protette scaturito da un progetto nato quando ecologia e sostenibilità non erano ancora concetti comuni. La Royal Society for the Conservation of Nature (www.rscn.org.jo), che gestisce il Wild Jordan Center (http://wildjordancenter.com/) e le dieci riserve naturali, venne fondata nel 1966 per rispondere alle prime avvisaglie di declino delle condizioni ambientali in varie zone del Paese, dove stavano diminuendo alcune specie animali. Nel 1975 nel deserto orientale a ridosso di Azraq fu istituita Shaumari, la prima area protetta dedicata alla salvaguardia e alla riproduzione delle specie in via di estinzione. Il suo successo si misura soprattutto con il recupero dell’orice arabo (una specie di antilope, nella foto) e dell’onagro persiano (equino simile a un asino) che oggi popolano la riserva che accoglie 193 specie animali e vegetali. Poco distante, Azraq Wetland Reserve è una vera sorpresa, con i suoi camminamenti di legno sospesi sulla palude in pieno deserto. Il suo nome – azraq, blu in arabo – racconta della ricchezza idrica sotterranea che in passato alimentava persino la capitale e che oggi, assai ridotta e a tratti affiorante, richiama numerose specie di uccelli che due volte l’anno interrompono le trasvolate migratorie con una tappa qui. Oltre a Wadi Mujib, la gola in cui scorreva il fiume biblico Arnon e che oggi è uno spettacolare sito per trekking o torrentismo, la grande gola di Dana, riserva della biosfera, è certamente la più famosa. Fra la sua spartana guesthouse, aperta in un vecchio villaggio di pietra, e il suo campeggio, i sentieri per trekking attraversano tre microclimi diversi, ciascuno con flora e fauna distinte. Accompagnati dai locali, inseriti nel processo di recupero del sito e della salvaguardia della natura, si scoprono le proprietà delle erbe e le tradizioni del luogo, molte delle quali legate ai semplici piatti preparati con le verdure coltivate nel sito. I più allenati possono partire da qui e raggiungere Petra dopo alcuni giorni di marcia e di pernottamento in tende mobili. Oppure scendere dagli oltre mille metri di altitudine del centro visitatori fino al fondo del Wadi Araba per trascorrere una notte nell’Ecolodge di Feynan, isolato e illuminato solo dalla luce delle candele.