di Marta Calcagno Baldini
Le cifre
Prima di affrontare un viaggio in Romania è importante conoscere alcune cifre, da cui si deduce anche l’approccio moderno alla ricchezza naturale e paesaggistica presente nel Paese.
Su una superficie totale di 237.391 kmq, ne destina il 60% all’agricoltura. Il 26,3% della superficie è occupata da foreste, il 3,7% da fiumi e specchi d’acqua (per un totale di 3.500 laghi di cui 300 sono più grandi di 250 acri). 500 zone protette per un totale di 12mila kmq, 12 parchi nazionali, tre Riserve della Biosfera e una popolazione che supera di poco i 20 milioni di persone in tutto.
La popolazione
Su 20 milioni di abitanti, i ragazzi tra i 15 e i 24 anni rappresentano il 12,3%, ovvero quasi 2milioni e 500 persone. Inoltre la Romania è composta da 17 nazionalità che vivono insieme, in una comunità ampia formata da ungheresi, gipsi (che non sono i cosiddetti zingari, ma popolazioni indiane che si sono trasferite in Romania), ebrei e tedeschi: è una terra di mezzo tra Oriente e Occidente, tra cristianesimo, religione islamica ed ebraismo, popolata da persone il più delle volte cordiale e disponibile.
Ecco anche perché, in epoca di green economy e di elogi agli under quaranta, andare in Romania si rivelerà una scoperta da cui trarre spunti e ispirazioni. È una terra in cui la parola ambiente non è sinonimo di “problema”. Anzi: nonostante i forti ritardi nello sviluppo economico subiti negli anni passati, la ricerca di uno sviluppo oggi non si basa soprattutto sulla crescita industriale (esistono delle officine, prevalentemente automobilistiche, chimiche, petrochimiche e dei materiali da costruzione, otre alle industrie del legno e quelle leggere), ma sulla valorizzazione dell’agricoltura e del paesaggio.
La capitale
Città popolata da molti giovani, che qui vengono a vivere per lo stimolo che si può ricavare dai forti e diversi influssi culturali che la attraversano: dall’università, al Festival Internazionale “George Enescu”, di musica classica, fino al nuovo stadio Arena Nazionale, aperto nel 2011 e che «ha portato un aumento di visitatori dalle Nazioni vicine alla Romania che ci soddisfa molto» dice Sorin Oprescu, sindaco di Bucarest.