di Stefano Brambilla e Marta Ghelma
1) Fuori dal mondo. Fare un viaggio indietro nel tempo in una società che non conosce la dipendenza dal cellulare e dove la televisione è apparsa nel 1999.
2) Coppia reale. Atterrare dal volo Druk Air e vedere il ritratto sorridente dell’amatissima coppia regale, formata dalla regina Jetsun e dal re Jigme Khesar Namgyel Wangchuck. Più giovani (24 anni lei e 34 lui) e belli di Will & Kate, si sono sposati il 13 ottobre 2011.
3) Sfida alla gola. Trattenere le lacrime assaggiando i piatti tipici locali a base del temibile peperoncino piccante. Il Bhutan produce 10.500 tonnellate di peperoncino all’anno!
4) Meglio soli. Viaggiare in Bhutan fuori stagione (estate e inverno) significa trovarsi pressoché da soli a visitare villaggi, templi e dzong, a conversare con la popolazione locale, a camminare sui sentieri di montagna e a usufruire dell’atmosfera calma e rilassata di resort e ristoranti.
5) Felicità! Conoscere un Paese che considera la felicità nazionale lorda (Gross National Happiness, Gnh) più importante del prodotto interno lordo (Pil). Più della ricchezza qui contano la qualità dell’aria, la salute dei cittadini, l’istruzione e la ricchezza dei rapporti sociali.
6) Pronto monaco. Cenare – al resort Uma by Como Paro si può farlo su richiesta – con un monaco buddista disponibile a rispondere alle domande religiose ed esistenziali degli ospiti. Provare per credere!
7) No smoking. Fumare, qui, fa male al karma oltre che alla salute. Nel 2004, il Bhutan è stato il primo Paese a vietare la vendita e l’uso di tabacco entro i confini nazionali. I locali e gli stranieri che non vogliono rinunciare alla nicotina possono importare una certa quantità annua di sigarette, da consumarsi tra le pareti di casa, pagando una tassa del 100 per cento. Chi trasgredisce? Fino a 5 anni di carcere.
8) Occhio agli incroci. Scoprire che Thimphu è l’unica capitale al mondo a non avere semafori: la gestione del traffico è unicamente in mano a vigili in carne e ossa che gesticolano con i loro guanti bianchi.
9) Stile vintage. Vedere la quasi totalità degli uomini e delle donne bhutanesi abbigliati ancora oggi con gli abiti tradizionali, il gho e la kira.
10) Calma e sangue freddo. Ascoltare le parole di Norman Luxemburg, general manager del resort Uma by Como Punakha, quando dice: «In un anno non ho mai visto un bhutanese arrabbiato».