ESCLUSIVA WEB - Leonforte e le sue pesche

Leonforte, nella parte settentrionale della provincia ennese, è uno di quei centri che tanto potrebbe dare al turista e al turismo. C'è una storia peculiare e interessante, quella di un borgo creato nel Seicento da un signore di larghissime vedute, attento più alla qualità della vita dei suoi sudditi che al profitto; ci sono i monumenti, tra cui il palazzo del Branciforti e la Granfonte, una splendida fontana a 24 canne crediamo unica in Sicilia; ci sono le peculiarità giuste per trasformare le scalinate del centro storico in luogo di ritrovo e passeggio. Ci sono tutte queste cose, e pure bei dintorni e feste popolari, ma non c'è nessuno per ora che ha voluto o saputo crederci, nel turismo a Leonforte, se il palazzo del Branciforti è abitato da privati e dunque non accessibile, la Granfonte rovinata dalla spazzatura, il centro storico privo di qualsiasi servizio al turista.

Per esempio di un ristorante dove gustare i prodotti della terra: perché Leonforte ha anche dei prodotti che potrebbero essere invidiati da mezza Sicilia. Ce ne parla Angelo Manna, che da anni li studia, li valuta, li coccola anche, tante sono le sperimentazioni e le cure che lui e la sua famiglia mettono su lenticchie nere, fave larghe, pesche gialle, e poi albicocche, cicerchie, riso. "Ogni impedimiento è giovamento" ci dice Angelo mentre visitiamo i campi di lenticchie, ovvero: le difficoltà portano sempre altre idee, non ci fermiamo mai. Ed è grazie anche alla sua azienda, Agrirape, se per esempio la lenticchia nera è stata salvata dall'estinzione e viene utilizzata dagli chef stellati di mezza Italia; o se le pesche vengono coltivate con il metodo tradizionale, ovvero incartocciate una a una, migliaia di pesche con la carta attorno per preservarne fragranza e qualità biologica. Angelo si è messo anche a coltivare riso, lo davano per pazzo, eppure una varietà di riso siciliano non esiste, "e gli arancini, non si fanno con il riso?". Da questi tesori si dovrebbe partire, a Leonforte, per valorizzare il territorio. Speriamo che prima o poi qualcuno lo capisca.