di Clelia Arduini
Non c’è solo Pompei tra i siti nel mirino dell’Unesco. Negli ultimi dieci anni, infatti, le azioni di richiamo oltre al degrado dei celebri scavi (nella foto) hanno riguardato le isole Eolie e il centro storico di Napoli. Per l’arcipelago, da 12 anni nella lista, l’Unesco ha più volte minacciato di depennarlo dall’elenco se non fossero cessate le violazioni delle leggi urbanistiche e sul paesaggio e l’estrazione abusiva di pomice a Lipari.
Sempre in Sicilia, un’altra spina nel fianco è la costruzione del rigassificatore di Porto Empedocle vicinissimo alla Valle dei templi di Agrigento. È da anni un grande allarme, ma per ora i lavori sono fermi.
Napoli con il suo centro storico ha comportato negli anni, 17 dall’iscrizione, lettere e ispezioni sollecitate da decine di segnalazioni all’Unesco da parte di associazioni ambientaliste. Nell’ultimo incontro (a settembre) si è deciso di rendere operativo il piano di gestione, iniziare il restauro dei monumenti, migliorare il decoro urbano e istituire il Dipartimento centro storico.
Da qualche tempo è sotto controllo pure Venezia sia per la presenza delle navi da crociera nel bacino di S. Marco sia per un altro gigante, per fortuna ancora ipotetico: il grattacielo che lo stilista Pierre Cardin vorrebbe realizzare appena in terraferma.
Sul fronte internazionale l’ammonizione più recente l’ha ricevuta il Cremlino a Mosca. Se l’amministrazione russa non fornisce una relazione sullo stato di salute del monumento simbolo della città, nel 2013 si deciderà se farlo fuori.