di jula
Non saranno il freddo e la neve a bloccare, in questi giorni di vacanza natalizi, il temerario viaggiatore alla scoperta di una mostra che in fondo è anche una sorta di omaggio a tutti i caduti in guerra, che di coraggio e sangue freddo avevano bisogno quotidianamente. Al Mart di Rovereto prosegue fino al 20 settembre prossimo “La guerra che verrà non è la prima. Grande Guerra 1914-2014”, l’esibizione che, a partire dalla ricorrenza del Centenario della Prima Guerra Mondiale, propone una riflessione sull’attualità del tema del conflitto, che pare imprescindibile da sempre nella storia dell’umanità. Se l’intero progetto è guidato da Cristiana Collu, che a giorni (il 31 gennaio) lascerà il suo incarico di direttore del Mart, di durata triennale e ora “ha concluso il suo ciclo”, è stata importante anche la collaborazione di diverse persone quali anzitutto Nicoletta Boschiero, Saretto Cincinelli, Gustavo Corni, Gabi Scardi e Camillo Zadra, oltre a vari esperti di arte contemporanea. Sì, perché oltre ai molti reperti bellici esposti, tra armi, divise, fotografie, articoli e testimonianze del tempo, la mostra allarga lo sguardo e offre un’attenzione più complessa al tema ampio e difficile della guerra, trattandola anche attraverso opere di arte contemporanea e capolavori del Novecento: provengono dal Mart e da prestiti di collezioni private o di musei e gallerie, infatti, opere di pittori, fotografi, autori di installazioni e sculture oltre a designers, che attraversano tutto il 1900: dal “Velo di vedova + paesaggio” di Giacomo Balla, al video di Alfredo Jar “Opus 1981, andante disperato” (1981), fino ai Sacchi e le Combustioni di Alberto Burri, tra i disegni di Fortunato Depero e le opere di Fabio Mauri o di Enrico Baj, tutta la mostra concorre a creare nel visitatore una consapevolezza particolare e amara: di quanto cioè sia vana questa ricerca di eroismo che attraverso la Guerra prende piede e investe tutte le energie dell’uomo, di volta in volta in tanti e diversi campi: non solo quelle necessarie in battaglia, ma anche per l’assistenza medica, l’informazione giornalistica, la propaganda pubblicitaria, la ricerca tecnica e scientifica e in tanti altri ambiti. Un grande e funereo affare, che da sempre ha attraversato l’umanità e ne ha determinato il presente condizionandone il futuro.
Il titolo stesso della mostra, “La guerra che verrà non è la prima”, cita la celebre poesia di Bertold Brecht e quindi prende in prestito le parole di un autore e drammaturgo: il viaggio che il Mart propone è un approfondimento attraverso molteplici punti di vista e diverse fonti sempre sul tema del conflitto, arricchito anche da due ulteriori esibizioni sempre a Rovereto: “Calpestare la Guerra”, fino al I marzo 2015, che ospita, alla Casa d’arte futurista Depero, 50 tappeti di guerra provenienti dall’Afghanistan e prodotti dal 1979 a seguito dell’invasione sovietica. In queste opere la narrazione della guerra si intreccia con la tradizione artigianale e artistica, e si vedono come soggetti kalashnikov, carri armati e armi, fino alle Torri Gemelle, soggetti che costituiscono una le nuove iconografie che inneggiano alla guerra e alla jihad. Ultima rassegna facente parte del progetto che il Mart dedica alla Prima Guerra Mondiale è “Afterimage, rappresentazioni del conflitto”, a cura di Valeria Mancinelli, Chiara Nuzzi e Stefania Rispoli: alla Galleria Civica di Trento fino al I febbraio sono esposte le opere di quasi trenta artisti, diversi e di varie nazioni, che abbracciano un arco temporale dagli anni Cinquanta ai giorni nostri, che insieme dialogano attraverso le proprie opere sulla produzione di immagini che riguardano la guerra. www.mart.tn.it