di jula
Intervista a Giandomenico Di Marzio che con Paolo Manazza ha creato e cura Wopart: l'arte su carta in fiera a Lugano alla sua seconda edizione dal 15 al 17 settembre
“Il mercato del collezionismo dei quadri è come quello delle figurine ormai: ce l’ho, non ce l’ho. Qui è diverso, si tratta di un ambiente per appassionati: le opere costano meno, ma vorrei che si smettesse di guardare all’arte col metro dell’economia soltanto, è un fatto di passione”. Così Filippo Piercassi introduce i visitatori nello stand della Galleria De Cardenas, che con altre 74 provenienti da 14 Paesi, partecipa alla seconda edizione della fiera più esclusiva del momento per la materia che tratta, il disegno: ci troviamo infatti in Svizzera, a Lugano, dove ieri, giovedì 14, ha aperto “Wopart-Work on Paper Art Fair”, ideata e fondata da Giandomenico Di Marzio e Paolo Manazza, critici, curatori, giornalisti (Il Giornale e ArtsLife) e artisti, che prosegue fino al 17 settembre nel Centro Esposizioni di Lugano e in varie gallerie e spazi in tutta la città.
Il tema dell’opera su carta come protagonista di una fiera è nuovo, almeno per l’Italia, e raccoglie un numero di appassionati per un tipo di arte, su carta appunto, che pur avendo un minor costo di mercato ha in genere meno occasioni di visibilità. Eppure a torto, perché ciò che Wopart permette subito di capire è che parlare di arte su carta significa aprirsi ad un Mondo: varie tecniche, diversi linguaggi. Artisti anche di grande rilievo hanno opere su carta da proporre: da Picasso a Balla, dal Guercino a Basquiat, per lavori che possono costare dai 2-3mila euro per i nomi meno noti, fino 70mila per un Fontana o 80mila per un Mirò.
Per capire più a fondo la novità del tema di Wopart sono stati organizzati in parallelo alla mostra anche vari incontri con diversi artisti e critici. Si approfondiscono le sfumature del tema “arte su carta”, ad esempio, con l’artista Emilio Isgrò che ieri ha incontrato Paolo Manazza. Oggi alle 12.15 Marco Scotini, curatore e direttore artistico di FM Centro per l’Arte Contemporanea, approfondirà la tematica del “Libro d’artista: Collezioni e Collezionisti si incontrano”. Giandomenico Di Marzio incontrerà Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, presidente dell’omonima Fondazione sempre oggi alle 15.30, e poi molti altri a seguire come la presentazione del libro “Vittorio Sgarbi spiegato a mio figlio” di Luca Nannipieri, critico di Panorama, alle 16.30. Domani, sabato 16, tra i vari appuntamenti alle 14.30 Manazza spiega il senso profondo di tale fiera, ovvero "Investire per passione in arte, tendenze ed evoluzione di un mercato in crescita". Domenica 17 alle 15 Massimo Prelz Oltramonti, collezionista e curatore, conversa con Walter Guadagnini direttore di Camera e, tra i vari appuntamenti, si chiude alle 18 con Christian Jelk, vicepresidente di Visarte Svizzera (società di artisti), architetto, artista e ricercatore indipendente attraverso la pratica del disegno e dell'incisione. Le giornate si svolgono in tutta la città di Lugano e si propongono mostre parallele sia in Fiera, come un focus su Camera, il Centro Italiano per la fotografia di Torino, l'esposizione sui “Mille volti del Kabuki”, e l’installazione di Emilio Isgrò, e varie mostre ed eventi sparsi per la città come quella delle Settecentine della Biblioteca cantonale di Lugano (www.wopart.eu).
Abbiamo chiesto a Di Marzio di svelarci alcune curiosità su una fiera tanto innovativa.
Perché Manazza e lei avete pensato di affrontare un tema desueto come il disegno, almeno per il collezionismo italiano?
L’opera su carta costituisce ¼ del fatturato delle case d’asta: non è un mercato morto, anzi esiste una forte tendenza da parte del collezionismo oggi a cercare queste opere. Si favoriscono, poi, anche parti nuove del collezionismo, come chi magari è meno esperto e spaventato dai costi dell’arte in generale e qui può trovare delle opere. Insomma: non abbiamo creato questa fiera semplicemente per crearne una diversa, ma perché abbiamo rilevato che esiste una forte necessità anche di questo tipo di opere.
È stata lunga la ricerca di gallerie che avessero disegni da portare in Fiera?
In un certo senso sì, perché non tutte collezionano disegni. Però non bisogna pensare che la carta sia un tema esclusivo di poche gallerie: spesso anche chi colleziona quadri ha dei disegni, ma è meno portato a mostrarli perché mancano proprio le occasioni. In questo senso abbiamo scoperto anche tante gallerie che magari non si pensava avessero disegni, mentre ne avevano e li hanno portati.
Le gallerie che partecipano quest’anno sono raddoppiate rispetto all’anno scorso. Cosa si aspetta per il futuro di Wopart?
Spero che cresca sempre di più e che attiri il collezionismo italiano verso questo genere artistico, ma anche svizzero: ci piacerebbe che anche una banca svizzera aiutasse questa esposizione come segno di apprezzamento per il lavoro, al momento non ce ne sono.