di lgriglie
Osaka. Quando, trovandomi in Italia o viaggiando all`estero, qualcuno mi si chiede dove abiti in Giappone, rispondo:”Ma a Tokyo, ovviamente!”.
Il tono può suonare condiscendente e pretensioso, come dire: ”...sto ai Parioli... nel Settimo... a Chelsea ....”. Ma questa perentoria risposta riflette, invece, una mia sincera e semplice convinzione, maturata nel tempo,oggettiva, fattuale, come direbbe Feltri.
Al difuori della capitale non c`è, secondo me, in Giappone, salvezza residenziale. Sono stato in molti posti dell`Arcipelago,a Nord a Sud a Est, a Ovest,ma la mia preferenza per Tokyo esce rafforzata ad ogni trasferta.
Un`ulteriore conferma, l'ho avuta da un recente soggiorno di fine settimana in un piacevole albergo-grattacielo, recentemente messo a nuovo con gran dispendio di mezzi e di idee, prospiciente la baia di Osaka, l`Art Hotel. L`occasione è stato un curioso (e bislacco) evento pubblicitario, un concorso tra cuochi locali (o meglio chef pasticceri ,come usa dire oggi) per “travestire” vivande e bevande usando ingredienti diversi da quelli veri. Ecco allora bicchieri di birra che in realtà sono gelatine di arance sormontate dauna spuma di panna.Oppure takoyaki, il popolarissimo “cibo da strada” nipponico,palle di pasta ripiene di un brodo bollente nel quale naviga un frammento di polpo,che sono ,invece, profiterolles al cioccolato.O magari okonomiyaki, la cosiddetta ”pizza di Osaka”,un impasto di farina uova verdure e gamberetti, cotto su di una piastra rovente, fatti, invece, di pan di Spagna, canditi e crema alle nocciole. E ancora sushi che non sono sushi e finti tempura, senza dimentitcare il pezzo forte della sfida: un inquietante hamburger, degno della fame di un orco, questa volta vero nei suoi componenti, ma elefantiaco, spropositato.
L`umorismo pop dei giapponesi si compiace a questi scherzi innocenti che fanno molto ridere i bambini e strizzano l'occhio alla vecchia usanza, ancora molto diffusa in tutto il Paese, di decorare con perfette, macabre repliche di cibarie, in plastica, le vetrine di ristoranti,caffetterie e tavole calde.
Osaka, dinamica, commercialissima e nel carattere degli abitanti, festosa città meridionale, ha nel complesso,confermando quanto dicevo all`inizio, un aspetto scalcinato e provinciale rispetto a Tokyo.Forse perché, a differenza dell'opulenta, curatissima e multicentrica capitale, Osaka, presenta solo due poli centrali, eleganti, Kita e Namba, attorno ai quali pulsa una vita urbana di un qualche interesse o qualità.
Il turismo, di tono minore rispetto a Tokyo in termini di qualità, è, nella seconda città del Giappone, massiccio, freneticamente consumistico, prevalentemente cinese e coreano.Ed è cresciuto vorticosamente negli anni, fino a oggi,anche se , di recente, ha avuto una lieve flessione.
Particolarmente visibile nell`area urbana attorno al porto di Osaka,poco attraente, da sempre considerata depressa e dove le autorita`giapponesi si sono sforzate di creare artificialmente uno sviluppo turistico.Pochi anni fa, proprio qui, è stato inaugurato un parco di quaranta ettari a tema cinematografico gestito dagli Universal Studios che è, oggi, nel numero di visitatori secondo solo a Tokyo Disneyland. Sempre qui,affacciato sul mare, l` acquario Kaiyukan, spettacolare, è anch`esso un grande richiamo turistico e un successo di pubblico giapponese e internazionale. Ma si avverte, comunque, un`aria di crisi. Negozi di souvenirs semivuoti,r istoranti con poca gente, malls tristanzuole, seracinesche abbassate,calcinacci, luci fioche
Ora si parla di aprire proprio a Osaka-rivale di Tokyo e Yokohama che paiono pero` meno favorite nella gara - il primo casino del Giappone, legalizzato lo scorso anno dal parlamento nazionale. Si tratta di un grande progetto turistico- immobiliar- alberghiero centrato sul gioco d`azzardo che per partire attende solamente la normativa, ora in fase di definizione, destinata a regolarne le operazioni. L`inaugurazione, dicono, avverrà verosimilmente nel 2026. Nell`attesa gli alberghi già in funzione (vedi l`Art Hotel) e palazzinari, made in Japan, affilano le armi. Se tutto andrà nel verso da loro sperato, il depresso fronte del porto di Osaka, potrebbe diventare una rutilante Las Vegas asiatica.