di jacopolist
Io capisco i confini geografici. Un fiume è un confine geografico. Un monte può esserlo. Un mare, o un lago possono esserlo. Confini, il più delle volte, sormontabili, in un modo o nell'altro. La storia umana è un racconto in movimento. Un movimento di comunità, intente a superare un confine dopo l'altro. Per poi magari tornare indietro. E di nuovo avanti. Pulsazioni umane incessanti da centinaia di migliaia di anni.
Ho più problemi con i confini politici. Ma questa è un'altra storia. Anche se è storia attuale, visto che non si fa che parlare di chi appartiene a questo o quel Paese. Ovviamente io ho difficoltà anche con questo. Forse perché ho una nonna italiana, poi migrata in Argentina, poi tornata. L'altra napoletana, poi vissuta a Milano. Mentre una zia è emigrata da giovane a Londra. E ho un nipote che vive in Olanda. E io sono emigrato in Svizzera.
Ad ogni modo, sono stato ad Aljezur.
No, non è in Palestina. È in Portogallo. Nell'Alentejo, al confine con l'Algarve. Tutte queste Al- indicano chiaramente una origine araba. Il castello di Aljezur fu costruito dagli arabi, nel 10mo secolo. Dai Gharb al-Andalus. Che poi lo hanno ceduto, insomma hanno combattuto e perso, contro armate cristiane nel 1200. Il castello si trova sopra un rilievo intorno a cui il fiume disegna una ansa marcata. Al-Jezur potrebbe proprio discendere da un termine che sinificherebbe "isola". Come un'isola disegnata dal fiume. Ad Aljezur si trovano fondamenta islamiche, poi sfruttate da cristiani. A voler essere precisi, a fondare un villaggio stabile ad Aljezur sono state comunità berbere, quindi insediatesi dal vicino nord-Africa. Ma ad Aljezur sono passati, è bene notarlo, anche i normanni. E quindi, chi è veramente di casa ad Aljezur? Chi ha sangue normanno, arabo, o mitteleuropeo? E bisognerebbe recuperare i miti pagani dei normanni, i riti islamici, o quelli cristiani?
E se, invece, volessimo vedere la meraviglia e la ricchezza di questa diversità, di questa storia?