La triste storia delle multe per il dieselgate

È notizia di oggi che Porsche paga 535 milioni di multa alla regione federata tedesca del Baden Wuerttemberg e chiude il procedimento di frode per il dieselgate, i motori diesel con le centraline dal software “addomesticato”. Volkswagen ha girato un miliardo alla Bassa Sassonia, Audi ha oblato con 800 milioni in Baviera eccetera eccetera.  

Una brutta notizia per gli azionisti delle case automobilistiche, ma anche per i consumatori. Che, in Germania come in Italia, non vedranno il becco di un quattrino sebbene si ritrovino “sul gobbo” auto svalutate che oltre a inquinare (e funzionare male dopo gli aggiornamenti delle centraline, il web trabocca di proteste) saranno ritirate come usato solo dai commercianti che le esportano per pochi soldi nelle aree depresse dei Paesi ex sovietici.

Grande assente della partita l’Unione Europea. Muta come un pesce, secondo i più maligni per i veti imposti dalla lobby dei costruttori (non a caso tedeschi, francesi e italiani), quella stessa autorità che sciabola a colpi di miliardi Google o Microsoft. Una scelta che non contribuisce certo a gonfiare le vele di chi sostiene l’UE, per di più a ridosso delle ormai imminenti elezioni per il parlamento Europeo.

Diversa la situazione negli Stati Uniti. Prima di tutto in fatto di cifre, non tocchiamo neppure il tema dei top manager messi in galera per la frode. Nonostante i numeri di auto diesel vendute ben più contenuti, Volkswagen ha dovuto “sganciare” la modica cifra di 15 miliardi di dollari per chiudere la partita dieselgate con la Giustizia degli Usa.

Quindici miliardi che non sono però finiti solo nelle (voraci) tasche dell’erario statunitense. I 475mila clienti di Volkswagen Usa hanno infatti ricevuto un indennizzo compreso tra 5 e 10mila dollari, a seconda dell’età della vettura. Oltre a condizioni di favore nel riacquisto dell’usato, come testimoniano gli spettacolari “cimiteri” di Volkswagen usate di cui sono disseminate le aree desertiche degli Stati Uniti. Quanto a FCA, i consumatori Usa vedranno risarcimenti fino a 3.100 dollari, più contenuti rispetto ai clienti di Volkswagen ma ben più ricchi in confronto allo zero assoluto riservato ai consumatori italiani ed europei.

Sintesi. In Europa, nonostante i proclami, il consumatore resta una “vacca da mungere”.

Nella foto: un cimitero di auto diesel Volkswagen nel deserto californiano.

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