di pierocarlesi
Nonostante l’anno disgraziato e funestato dalla pandemia mondiale si è tenuto a Sondrio il Sondriofestival, ossia il festival dei documentari girati nei parchi e nelle aree naturali protette. Certo, questa 34a edizione è stata molto diversa dalle precedenti; infatti, come altri festival di quest’anno, si è tenuta da remoto con la visione dei film in streaming.
Tutto si è svolto dal 14 al 29 novembre, due intere settimane nelle quali praticamente da tutto il mondo connesso si sono potuti vedere i 14 documentari ammessi alla fase finale del concorso e selezionati la scorsa estate dal Comitato scientifico del festival.
Bisogna dire subito che mettere a disposizione i documentari in streaming ha moltiplicato le visioni e ha lanciato il festival in un’orbita mondiale, oltre che nazionale, prima inimmaginabile. L’altra faccia della medaglia però è che da remoto si sono persi tutti quei contatti umani che sicuramente fanno di un festival in presenza un motivo in più per parteciparvi. L’esperimento però è riuscito e non è detto che in futuro quando tutto tornerà più o meno come prima – speriamo! - non si possa comunque far condividere a un pubblico più vasto di quello tradizionale – che come è noto non si ferma al teatro di Sondrio ma è allargato a molti centri della provincia – almeno per qualche giorno una visione dei film finalisti da remoto.
Domenica 29, nella giornata conclusiva dell’evento, sempre in streaming abbiamo potuto assistere alle premiazioni, con lettura dei verbali, consegna da remoto dei premi e interventi dei vincitori, con proiezione dei trailer dei premiati.
Il primo premio Città di Sondrio è stato così vinto dal film canadese La taiga: le foreste del grande nord di Kevin McMahon. Il premio del Parco nazionale dello Stelvio è andato al russo Salmone rosso del Pacifico. Il tesoro della Kamchatka di Dmitriy Shpilenok. Il premio della Regione Lombardia, riservato a un documentario girato nell’Unione europea, è stato vinto dal tedesco I prati: un paradiso perduto, di Jan Haft. Infine la giuria internazionale, quest’anno presieduta da Daniela Berta, direttore del Museo nazionale della montagna di Torino, è andato al francese Il tempo di una vita, di Véronique, Anne ed Erik La Pied, girato nel Parco nazionale del Gran Paradiso.
Tra i premi minori quello del pubblico, andato all’austriaco Okavango, il fiume dei sogni di Dereck Joubert e il premio CAI Renata Viviani, andato ancora al film sul salmone rosso.
In conclusione, anche quest’anno il Sondriofestival non ha deluso gli appassionati di cinema e di natura. I 14 film finalisti erano tutti di grande levatura e non è stato facile individuare chi premiare. L’appuntamento ora è per il 2021, speriamo proprio di nuovo in presenza.