di lgriglie
Tokyo.Sono-stimano gli esperti del Parco Nazionale-poco piu`di cento i gatti selvatici sopravissuti nei Millenni nelle foresta subtropicale di Iriomote,un`isola di 290 chilometri quadrati a cento miglia da Taiwan e tre ore scarse d`aereo dalla capitale giapponese.Specie in via d`estinzione-sono tutti parenti tra loro-e super protetta dalle autorita`che impongono ai duemila isolani (e ai visitatori)limiti di velocita`stradale e percorsi disagevoli,per evitarne malaugurati arrotamenti notturni,i gatti, sono ,da anni, un forte,iconico richiamo turistico per migliaia e migliaia di visitatori giapponesi in massima parte,ma anche cinesi di Taiwan e Hongkong.
Ovviamente,prima del ” Corona.Oggi,le presenze ,che sono arrivata a toccare il mezzo milione, sono ridotte al lumicino.Il momento congiunturale sfavorevole alle masse ci ha,in una recente visita, consentito di ammirare in condizioni ideali di calma e silenzio uno scenario marino-fluviale-botanico, tra i piu`belli mai visti in Giappone e direi altrove .
Iriomote e`ricoperta,fasciata da una sbalorditiva verdissima foresta che che digrada a mangrovie lungo la costa.Le radici affiorano dall`acqua enormi e contorte a formare vere quinte da paravento alte mezzo metro e mai viste altrove Domina ,verdissimo, misterioso un piccolo monte,il Komidake,alto cinquecento metri. Tre fiumi, l`Urauchi(40 km) il Nakama e il Nakara attraversano l`isola ,sepolti nella vegetazione e si possono percorrere a seconda della larghezza in barca o in canoa.All`interno, lungo sentieri e cammini “tagliati” nella giungla, si arriva,a sorpresa, in radure dove sprazzi di luce illuminano cascate,che sono molte e suggestive. .
L`isola ,vincolata in quasi tutto il suo territorio, e`il piu`meridionale tra i trentaquattro parchi nazionali del Giappone.Dopo la guerra e`stata occupata-con Okinawa e isole limitrofe-dalle forze armate americane che sono rimaste fino al 1972.
L`occupazione militare ha avuto qualche lato positivo oltre ad avere (involontariamente)preservato l`ambiente naturale e l`ecosistema isolano gli americani hanno debellato la malaria che nel periodo bellico aveva quasi annientato la popolazione.
Anche senza la malari la vita degli isolani era, nel passato, assai grama.Lo attestano i resti di villaggi abbandonati che erano cinti-secondo un uso locale assolutamente non giapponese e che ricorda,invece, certi borghi italiani-da muretti a secco,di pietra corallina. Ruderi,oggi,misteriosi, nascosti nella foresta ,coperti di muschio e di sterpi.
Ai nostri giorni di indigeni, tra gli abitanti di Iriomote, ne sono rimasti molto pochi.Ma le tradizioni in qualche modo resistono: alcune organizzazioni presenti in loco, come quella che fa capo all`Hoshino Resort si adoperano per conservare tra i residenti s non il dialetto almeno qualcosa degli usi e consumi di un tempo.Mostre ,filmati,pannelli illustrativi per soddisfare l`interesse dei turisti piu`intreressati all`ambiente.E per i consueti visitatori asiatici, assetati di omiage(souvernirs):ceramiche,manufatti,tessuti che riflettono l`antica tradizione del regno Rykyu e prodotti agricoli come la squisitissima pesca-ananas,bevande come l`Awamori,un alcole ricavato dalla canna zucchero.
L`Hoshino resort si propone come un” presidio ecoturistico” ma e`anche il miglior albergo dell`isola.Le alternative,in verita`,sono poche e limitate a rustici B&B senza molto fascino.Fa parte di una relativamente nuova catena alberghiera che si propone di assecondare la clientela piu`sensisbile ai problemu dell`ambiente,proponendo un nuovo turismo ecologico.Fatto di risparmi energetici e di procedure alberghiere il piu`possibile non-inquinanti e sostenibili,ma anche di attiva partecipazione alla gestione della vita turistica e quindi economica dei luoghi dove si trova ad operare.Nel caso di Iriomote,organizza(e finanzia)una squadra di esperti e di guide locali che accompagnano i visitatori mostrando loro le particolarita` meno visibili dell`ecosistema isolano.
I piu`avventurosi e pazienti turisti possono ,cosi,` tentare, accompagnati da un ranger-volontario ecologico,munito di termoscanner,di avere una fugace visione notturna del celebre gatto .Oppure ,di giorno ,in canoa,esplorare i canali piu` nascosti nella vegetazione,percorrere i sentieri misteriosi nella foresta evitando spiacevoli incontri con la locale e velelenosa vipera-habu,altra specie protetta o visitare la barriera corallina ,la piu`grande del Giappone,che non ha nulla da invidiare a quella australiana.
Se,poi si e`pigri e non si amano i serpenti ci si puo`rilassare sulle sabbie dorate della Moon beach sulla quale si affaccia,con l`interferenza di una verdissima siepe,l`Hoshino resort, ecologico ,ma non austero e bizzarramente, in stile balinese.