OMOTENASHI:IL FASCINO RETRO DELL` HOT SPRINGS GIAPPONESE

Tokyo.Arrivando in treno a Beppu,in Kyushu,la citta`termale piu`famosa del Giappone, si e`subito colpiti da una strana,grottesca, statua messa di sghembo all`entrata della stazione.Il bronzeo soggetto e` un tipo tracagnotto, in knikerbokers e mollettiere,calvo,occhialuto, raffigurato mentre fugge,le braccia alzate,trattenuto per la giacca da un diavoletto nudo e cornuto.La scultura,caricaturale, non ha niente delle usuali,  compunte raffigurazioni, in stile  teutonico-gugliemino,di accigliati benefattori, civili o militari, della patria nipponica.

 Kumahachi Aburaya, il modello della statua,fu,a modo suo, un  benefattore.Fu lui a mettere in pratica  il concetto, spirituale, zen, dell`ospitalia`verso lo straniero,l`omotenashi.Tradusse un aspetto molto sofisticato della tradizione e della cultura giapponese, in una  formula moderna di business turistico.

   

Questo imprenditore visionario divenne, a suo tempo ,il padre-padrone della Beppu moderna.In particolare, nei “ruggenti” Anni Venti del secolo scorso,regnante il giovane imperatore Hirohito,muto`una rustica spa della provincia giapponese,  in una  versione, asiatica, delle americane  Las Vegas/Hot Springs.

 

Kumahachi,era nato,si puo`dire,con il fiuto per gli affari.. Fece precocemente soldi, era figlio d`arte,cioe`di  prosperi di mercanti dello Shikoku e sapeva come guadagnare.Opero`, alla fine dell`Ottocento, sul mercato del riso.Accumulo` una vera fortuna.Ma, a poco piu`di trent`anni, una batosta speculativa, lo ridusse quasi  sul lastrico .Parti` subito, forse per cambiare aria,per l` America dove imparo`l`inglese,si fece cristiano e soprattutto si guardo`attorno.Visse in California dove germogliava il sogno americano(pre Grande Guerra) germogliava.Ne fu impressionato..Decise il ritorno in patria e di farsi albergatore. Mise gli occhi su Beppu, un centro termale ,celebre da secoli, in Giapopone, che grazie ai nuovi,per l`epoca, traghetti con Osaka e i collegamenti con le rotte marittime internazionali, aveva acquisito una certa  notorieta`.Il luogo era molto suggestivo: piu` di duemila fonti e polle termali sulfuree ,ma diverse tra loro.Un paesaggio un po`lunare, stretto tra il mare di Seto e le basse montagne vulcaniche poste a ferro di cavallo.Un`ampia baia con templi e piccoli agglomerati urbani.Le acque termali famose nei secoli per le loro proprieta`curative.Beppu, divenne, per il giovane imprenditore, il “posto”dove bisognava investire.

      

Una campagna pubbliciaria,mai vista prima e   all`americana-subito promossa da Kumahachi-fece di Beppu la destinazione piu`ricercata per gli abbienti vacanzieri nazionali e un ”must”da non perdere i passseggeri delle navi di linea.

Albert Einstein e consorte,Charlie Chaplin,Bernard Show,l`ultimo imperatore Pu Yi ,dame e cavalieri.La “ bella gente” delle crociere dell`epoca, sosto`  a Beppu per i  bagni nelle speciali  acque sulfuree e le rinomate sabbiature sulle bellissime spiagge .In quei tempi,si  videro, per la prima volta in Giappone,donne  con i capelli a la garconne,guidare,disinibite, torpedoni per turisti e biplani sorvolare la citta`con striscioni -reclame`.Parchi a tema per i giovani,precursori dell`odierna Disneyland, bislacche curiosita`per adulti come allevamenti di coccodrilli del Borneo in acqua termale e poi ,ovviamente,bar americani,dancings,centri massaggio e persino un museo del sesso,ormai chiuso,ma famoso in tutto il paese.

I quotidiani nipponici ,diffusissimi e molto influenti,resero celebre  lo slogan: :”Il Giappone ha tre bellezze!La prima, il monte Fuji,la seconda le isole del mare di Seto, la terza, Beppu e le sue duemila terme”.

Era stato inventato da Kumahachi, che tra i primi in Giappone,aveva previsto il futuro del business turistico nazionale e ne aveva anticipato il marketing pubblicitario.

  

L`aria di Beppu, sulfurea in senso letterale, lo divenne anche in senso metaforico.Gia`  sonnacchiosa e depressa area agricola della prefettura di Oita, si trasformo` in un`allegra babilonia termale.Ma il tempo passa.

Oggi,la regina degli onsen, e una moderna citta`di centoventimila abitanti,simile a tante altre .Ospita tre universita` e si raggiunge da Tokyo con novanta minuti di volo..La principale attivita`, rimane il turismo termale di massa-alberghi,ristoranti,riokan,ostelli- che si sviluppa attorno a otto zone sorgive principali note come le Beppu Hatto.La clientela e`in prevalenza nazionale ,ma prima del Covid erano significative le presenze di cinesi e di coreane.

I turisti asiatici pre-pandemia erano gli ultimi a subire ancora il fascino della Beppu trasgressiva di un tempo e ad affollare in massa l`ormai obsoleto distretto a luci rosse.Quasi uno scenario da film del neorealismo giapponese, dove troneggia, un po`malandato, l`ultimo vestigio delle terme d`antan, il Takegawara,un maestoso onsen aperto nel 1879.

 

Lo spirito elitista e transoceanico del vecchio Aburaya,sopravvive ormai soltanto piu`all` Ana Intercontinental.E` un albergo e resort termale che si affaccia sontuosamente sulla baia di Beppu tra le colline, verdi, bruciate e sulfuree del distretto di Myoban.

Novanta stanze,pista di atterraggio per elicotteri, bellissima piscina a sfioro,sale di lettura, bar e ristoranti dove uno si aspetta di trovare l`ultima incarnazione di James Bond.Siamo stati, invece,accolti da un simpatico manager triestino,Davide Zanardi,che nonostante gli anni passati lontano da casa, non ha perso del tutto la parlata delle Maldobrie.

   

 

 

 

 

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