di jula
La galleria d’arte come luogo d’incontro e relazione. Questa la convinzione di Lorenzo Valentino, direttore della Galleria Previtali in via Lombardini 18, dove, dal 9 ottobre, si è tenuta la mostra “Brothers”, di Mimmo di Marzio, giornalista de il Giornale oltre che pittore, e Paolo Manazza, giornalista critico d'arte del Corriere della Sera e fondatore di Artslife.com oltre che artista, a cura di Luca Zuccala.
Finisce questa sera, lunedì 20 novembre, e per l’occasione Valentino ha organizzato il convegno dal titolo “THE SECOND LIFE, giornalisti e/o pittori, ovvero raccontare storie tra parole e immagini". Il tema della serata è stato proposto da Silvestro Serra, giornalista e viaggiatore, direttore di Touring, la rivista del TCI-Touring Club Italiano: dalle 19 i due artisti/giornalisti verranno intervistati da Serra su vari aspetti della loro doppia scelta, tra comunicatori attraverso la parola e l’arte.
Si toccherà anche il tema della crisi della carta stampata e in generale del giornalismo: quella di Di Marzio e Manazza di dedicarsi con più attenzione alla pittura è una scelta dovuta alla crisi della parola o alla libertà di abbracciare la propria reale vocazione pittorica?
Questi e altri argomenti, per una serata che consentirà anche di vedere la mostra e prendere un aperitivo insieme: "è nel nostro stile -spiega Valentino-. Per ogni mostra organizziamo una serie di incontri (all'inaugurazione si era tenuto il convegno "Le vie alternative del mercato dell'arte", coordinato da Zuccala e con ospiti Camilla Gurgone, Caterina Angelucci, Maryna Rybackova, Chiara Sorgato, Arianna Maestrale, n.d.r.).
Manazza e Di Marzio sono due artisti, amici nella vita privata e accumunati dalla tecnica della pittura: dove, però, Di Marzio mostra nei suoi paesaggi, animati da ritratti spesso di famiglie o amici, quasi delle foto-ricordo scattate dal suo pennello in situazioni e ambienti naturali diversi, in Manazza prevale l’informale. Geometrie, o meglio macchie di colori che disegnano tele astratte, certo, ma sempre anche armoniche. Così vicini nel colore e nell’armonia generale che ispirano entrambi i linguaggi, così diversi nel modo in cui si approcciano alla tela. Sui due piani della Galleria si trovano quindi, insieme, esposte una cinquantina di opere di grande e piccolo formato, oli su tela che nel caso di Di Marzio privilegiano la rappresentazione del corpo come manifesto di un’umanità verista e decadente, un intimismo psicologico caratterizzato dal ritrarre la vita domestica e famigliare con profondità di analisi rivelata dai dettagli delle figure sono realiste ma sempre in un clima di memoria, di ricordo salvato dal tempo. Nel caso di Manazza i rimandi all’espressionismo astratto evidenziano un profondo studio del colore che si esprime come un caleidoscopico alfabeto di passioni che, pur attingendo a sorgenti non razionalmente controllabili, restituisce un quadro di armonie.
