Luglio-Agosto 2020

Ci sono parole che se ne stanno tranquille per anni nel loro vocabolario, poi  per un improvviso tam tam si diffondono e diventano di moda. Parole come Entropia, come Resilienza, come Sostenibilità. Ora è la volta di Fragilità, termine che è diventato di grande attualità e utilizzato per fotografare la situazione del dopo pandemia.

Ci siamo accorti in tutto il mondo della fragilità appunto del sistema globale. E si è capito che da soli non se ne esce e non si avrebbe la forza per superarla. Ecco perché alla pandemia globale si prova a reagire con azioni comuni, come scrive Franco Iseppi presidente del Touring nell'editoriale del mensile «ripensando l'attuale modello di globalizzazione... si può appartenere a un mondo globale capovolgendone la costruzione, partendo cioè dal local e non dal global». 

Ed è quello che sta facendo il Touring Club che strategicamente si è concentrato sulla destinazione Italia favorendo e promuovendo il cosiddetto turismo domestico o di prossimità (altra espressione di grande tendenza in queste settimane), valorizzando e stimolando la “Passione Italia” per le località turistiche meno affollate, per i borghi più autentici dell'interno della Penisola, e dunque per le nostre Bandiere Arancioni.

«Quella che ci attende», sottolinea il direttore generale Giulio Lattanzi nella sua intervista su Touring, «sarà una nuova normalità, in cui dovremo saper fare i conti con i messaggi che la pandemia ci lascia. Ripensare le città, il nostro rapporto con l'ambiente, il nostro modo di viaggiare promuovendo la mobilità dolce, il turismo lento, i cammini, il cicloturismo». E sono questi non a caso gli argomenti forti dei reportage e dei servizi presenti in questo numero di Touring. Come una visita al parco nazionale del Cilento campano nel quale è immerso come un'oasi nell'oasi il nostro villaggio di Marina Di Camerota; o salendo sulle pendici dell'Etna nell'entroterra catanese tra  le fumarole del vulcano, antichi fiumi di lava, grandi vigneti doc e panorami infiniti tra mare e montagna.

E poi, cambiando orizzonti ma restando intatta la vastità dello sguardo abbiamo registrato le cinquanta sfumature di blu del mare, ma anche di verde dei prati e dei boschi, di rosso dei grandi vini e di bianco delle scogliere del promontorio del Conero, Ancona, una vera robusta prua di roccia circondata da una lunghe strisce di sabbia, protesa sull'Adriatico. E qualche centinaio di chilometri più a sud, altra spiaggia, altro mare. Quello della Puglia, e in particolare del Gargano, la prima meta chic degli anni Sessanta poi vacanzificio popolare e ora tornata a brillare con il parco nazionale, i trabucchi, le lunghe lingue di sabbia, le ampie grotte marine e le foreste di pini che si spingono fino alla riva.

Dai sondaggi elaborati di recente dal Centro studi del Touring Club, la sorpresa più grande nei sogni vacanzieri degli italiani è risultata la montagna, tornata prepotentemente in auge, forse complice forse l'effetto “Fuga dal Covid”. Sta di fatto che le destinazioni alpine e appenniniche sembrano aver trovato una nuova attrattività. Per i soci amanti del genere “vacanze in quota” abbiamo riservato una proposta molto originale. Quella di seguirci cioè su una strada scavata dai nostri alpini durante la prima guerra mondiale tra il 1915 e il 18. Si trova sul massiccio del Pasubio, montagna sacra alla Patria per decreto regio, in Veneto. I nostri soldati la costruirono, scalpellando nella roccia dolomitica e realizzando un vero prodigio dell'ingegneria. Che oggi da via strategica di guerra è diventata un sentiero escursionistico a prova di vertigini a strapiombo su gole e vallate: la Strada delle 52 gallerie che raddoppia la Strada degli eroi, un percorso parallelo più ampio e facile, nella vicina val Canale.

Buona lettura
Silvestro Serra

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