Torna l'autunno con il suo carico di funghi, tartufi, castagne e gite fuori città. E purtroppo con l'inevitabile rimessa indietro degli orologi per il ritorno dell'ora legale. Tempo di approfittare delle più rare e preziose ore di luce naturale. E perché no, tempo di una passeggiata nel bosco dove lo spettacolo del “foliage” vale e supera la bellezza della tanta decantata tavolozza colorata delle foreste del New England.
Non c'è bisogno di andare nel Maine o nel Vermont per godersi lo spettacolo dei colori e dei giochi di luce che soprattuto sul nostro Appennino attira camminatori, bikers, naturalisti e fotografi a cercare di catturarne la grazia, i silenzi, l'atmosfera. Con una novità. Ben sei delle nostre storiche secolari faggete dal nord al sud d'Italia sono state dichiarate Patrimonio dell'Umanità con il marchio dell'Unesco. Dalla Foresta Umbra sul Gargano pugliese alla foresta di Sasso Fratino sui pendii dei monti al confine tra Toscana ed Emilia Romagna, dal Monte Cimino a nord di Roma a Cozzo Ferriero, Potenza, all'interno del parco del Pollino, questi alberi, protagonisti silenziosi della nostra natura, testimoni vivi dello sviluppo e della condizione speciale del nostro entroterra sono altrettante mete da non dimenticare in questo inizio di stagione, altrettante occasioni per scoprire o riscoprire quanto sia preziosa questa Italia cosiddetta minore.
Tra queste vallate e queste montagne lontane dalle città e dalle spiagge affollate si nascondono migliaia di piccoli preziosi borghi (ora finalmente protetti da una nuova legge attesa da oltre 15 anni e stimolati a sviluppare i loro prodotti di eccellenza, le strade, i sentieri, le piste ciclabili e vecchie ferrovie, la gastronomia, le abitazioni abbandonate da trasformare in alberghi diffusi...) che rappresentano la rivincita dell'Italia dei territori, della biodiversità, della multiculturalità, della campagna, del turismo come esperienza, sulla urbanizzazione forzata, l'appiattimento del consumo dei luoghi mordi e fuggi, la globalizzazione.
Quante storie si possono nascondere dietro il solido tronco o sotto la chioma maestosa di un faggio...
Silvestro Serra
foto di copertina di Francesco Tomasinelli
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