Il mondo salvato dai contadini. Intervista a Ermanno Olmi

L’albero degli zoccoli rappresentava la civiltà contadina al tramonto?
Il film era molto legato alla memoria della mia infanzia, quando ascoltavo le storie del mondo contadino di cui mia nonna era figlia. E forse per questo l’ho sempre considerato una sorta di passato che riguardava persone che ormai erano arrivate alla scadenza delle loro vite. Allora pensavo davvero che quella contadina fosse una civiltà destinata a scomparire sotto l’arroganza della civiltà industriale che si stava affermando sulla natura, piegandola ai suoi interessi e al sogno di potere dell’uomo.

E poi cosa é successo?
Poi è bastato poco e tutto si è rovesciato. Il mondo contadino si è fatto industriale, si è messo il profitto davanti al prodotto, la cultura estensiva davanti alla terra. Con l’avvento della chimica si sono rovinati i terreni rendendoli sterili. Il mondo in cui abbiamo creduto che l’uomo fosse protagonista sopra ogni altra realtà naturale ci ha portato alla situazione in cui siamo oggi. Dove dobbiamo registrare in maniera lucida e senza pentimenti il fallimento di una scelta compiuta dall’uomo con presunzione.

Quindi a che cosa dobbiamo tendere?
Se non torniamo a quel patto firmato da Noè quando è uscito dall’arca, quella nuova alleanza tra uomo e natura, allora non riusciremo a legarci alla materna generosità della madre terra e continueremo con presunzione a sbagliare.

Tutto è perduto?
Fortunatamente alcuni non hanno perso l’antico legame con la terra e anzi lo hanno tenuto acceso come un lumicino. Oggi siamo costretti a riconoscere che la terra e il sapere di queste persone ci possono salvare.
 
Come?
Serve che l’uomo torni a essere un contadino onesto. Noi oramai abbiamo perso tutti i nostri saperi legati alla terra, ma troviamo una piccola porticina aperta grazie a quei contadini testardi che hanno tenuto viva la memoria dei saperi rurali. Solo grazie a loro riusciremo
a trasformare questa piccola porticina in un arco di trionfo.

Cosa rappresentano per lei i contadini di oggi?
Persone oneste che si riconoscono figlie della terra. Persone che devono tornare protagoniste e non essere più umiliate.

In che modo?
Se il contenitore costa di più del prodotto che contiene questo che cosa vuol dire? Che stiamo umiliando il contadino. E allora siamo arrivati al punto in cui non rimane altro che tornare indietro e diventare nuovamente alleati dei contadini, pagando il giusto e affidandoci al loro sapere antico. Se facciamo capire a tutti che la salvezza passa dal non considerare l’agricoltura solo come buona economia, ma soprattutto come una buona conduzione dei terreni, l’agricoltura diventerà buona economia, per noi e per tutti.