Ritorno al fronte, sul Pasubio

Stefano ArditoStefano ArditoStefano ArditoStefano ArditoStefano Ardito

Cento anni dopo nelle trincee del massiccio del Pasubio, teatro di epiche battaglie nel 1915-18. Anticipazioni della nuova guida Touring “Sentieri della Grande Guerra” che propone 25 itinerari sul lungp fronte delle Alpi, dalla Lombardia al Tarvisiano

Queste pagine sono realizzate per ricordare l’immane tragedia europea a distanza di cento anni. Anche se l’Italia entrò in guerra il 24 maggio 1915, la prima guerra mondiale tra gli imperi centrali e le potenze alleate iniziò nel luglio 1914. E molti eventi sono in programma già in questi mesi. Per ricordare un conflitto che, solo tra gli italiani, causò un milione e 200 mila vittime, 590mila delle quali civili, abbiamo voluto riprendere un itinerario escursionistico dalla nuova guida del Tci ai luoghi dove si combatté.

Sul confine tra le province di Vicenza e di Trento si alzano dei suggestivi massicci prealpini. Il monte Pasubio, che separa le Piccole Dolomiti dagli altopiani di Folgaria e di Asiago, ha svolto un ruolo fondamentale nel corso della Grande Guerra e conserva strade, memoriali e postazioni di eccezionale fascino.
Fortificato dalla I Armata italiana nei giorni iniziali del conflitto, il massiccio fu investito da violenti attacchi austroungarici nel corso della Strafexpedition del 1916. Sul massiccio fu fatto prigioniero Cesare Battisti, volontario nell’esercito italiano e cartografo del Tci, poi impiccato a Trento perché cittadino dell’impero. Gli scontri proseguirono nei due anni successivi, quando le trincee più avanzate dei due eserciti erano molto vicine. Per guadagnare qualche metro si ricorse alle mine. Nell’esplosione della mina austriaca del 13 marzo 1918 furono fatte brillare 50 tonnellate di esplosivo. Dopo Caporetto, insieme agli altopiani e al Grappa, il Pasubio rimase il pilastro settentrionale dello schieramento italiano. Oggi le opere della Grande Guerra, ben visibili sul massiccio, fanno del Pasubio un impressionante museo all’aria aperta. L’itinerario tocca la Strada degli Eroi (tracciata dopo la fine della guerra), la Strada delle Gallerie, le vette traforate da postazioni e trincee del Palòn, del Dente italiano e del Dente austriaco, l’imbocco delle gallerie italiane e l’Arco romano, che sorveglia il sacrario in ricordo dei caduti in grigioverde.

Il rifugio Generale Papa è stato realizzato dall’ampliamento di una caserma italiana. I memoriali che ricordano i reparti austroungarici sorgono sul versante trentino, tra la vetta del Ròite e il rifugio Lancia. L’itinerario, lungo e faticoso se percorso integralmente e in giornata, può essere reso più comodo pernottando al rifugio, e si abbrevia notevolmente salendo alla galleria d’Havet con le navette in funzione per gran parte dell’estate. La discesa nella selvaggia val Canale è ripida ma priva di difficoltà. Chi preferisce un percorso più comodo può tornare per la via di salita.
Il valico di Pian delle Fugazze (1162 m) si raggiunge da Rovereto (Tn), Recoaro Terme o Schio (Vi). A piedi, dopo la scorciatoia iniziale, si segue la strada (segnavia Sentiero della Pace) costruita dai genieri italiani che sale a tornanti in direzione della montagna. Le scorciatoie della prima parte sono ripide e faticose. Vale la pena, invece, seguire la scorciatoia (segnavia 399) che si stacca a sinistra dal km 5,500, e ritrovare la strada prima della galleria d’Havet (1797 m, 2 ore).

Si continua in piano lungo l’aerea Strada degli Eroi, tracciata negli anni tra le due guerre mondiali, che aggira la val Canale, traversa altri tunnel e sale al rifugio Generale Papa (1928 metri, 0.30 ore), sotto al valico delle Porte del Pasubio. Si riparte verso la zona sommitale per una mulattiera (segnavia tricolori ed E5) che tocca il bivacco Granzotto-Marchi, si alza a sinistra e raggiunge la cima Palòn (2232 m, 45 minuti), la più alta del Pasubio, con le sue postazioni italiane. Si scende alla selletta Damaggio (2194 m), dov’è l’imbocco delle gallerie da mina italiane, si risale al Dente italiano (2220 m) e si scende al ghiaione creato dalla mina austriaca del 1918. Una risalita porta al Dente austriaco (2205 m), con la sua postazione in cemento. Alcune targhe ricordano il battaglione Monte Berico e i Kaiserjäger. Si scende a destra per un sentiero (segnavia 120).

Raggiunta una strada sterrata, la si segue verso la selletta Comando e poi a destra, in una conca, verso una chiesetta e l’Arco romano (2015 m) che sorveglia un cimitero di guerra italiano. Sulla strada si torna al rifugio Papa (0.45 ore).
Una nuova salita porta all’imbocco della spettacolare Strada delle Gallerie (1980 m), tracciata nel 1917, che collega la zona sommitale del Pasubio con passo Xomo e che include 52 tunnel. L’andata e ritorno richiede 30 minuti. Per attraversare i tunnel occorre avere una pila frontale.
Si riparte dal rifugio lungo la Strada degli Eroi. A un bivio la si lascia, per scendere a sinistra sul sentiero (segnavia 300) che si abbassa nella selvaggia val Canale. Il percorso, ripido ma senza difficoltà, perde quota con alcuni tornanti, supera delle rocce elementari e attraversa il fondovalle. Si continua su un sentiero e poi per una stradina nel bosco. Raggiunta la strada (1106 m), la si segue a destra fino al punto da cui si è partiti (1 ora e 45’).

Fotografie di: Stefano Ardito
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