di Stefano Bartezzaghi
Sgambetti della toponomastica (nonostante il navigatore): finire al santuario di Lourde anziché a quello di Lourdes, cercare a Carpi il mare di Capri
Errare è umano, e in entrambi i sensi: sia nel senso di sbagliare sia nel senso di vagabondare. Non si riflette mai abbastanza su quanto coincidano il lessico dello spostamento e quello dell’errore: la lingua che zoppica, essere peregrini, perdere la bussola o la tramontana (e cioè il nord)... Il lapsus è in origine una scivolata, lo strafalcione è l’andamento oscillatorio di chi falcia un campo; persino «prendere una cantonata» ha origini locomotorie: ricorda l’errore di chi prende una curva troppo stretta (in origine, con una carrozza) e finisce a sbattere contro l’angolo di un edificio.
Da sempre trovare la strada non è un affare da poco, ed è anzi un’inesauribile fonte di gustosi (a non viverli) dissidi di coppia. La segnaletica stradale sembra poi messa allo scopo di facilitare gli errori di strada, forse per far conoscere meglio i dintorni ai visitatori occasionali o per incrementare i consumi di carburante e far girare così l’economia (assieme a parecchie altre cose). Solo un ingenuo avrà potuto pensare che la diffusione dei navigatori satellitari avrebbe risolto radicalmente il problema. Per carità, sono aggeggi comodissimi, a detta di chi li usa, ma voglio mettere in guardia da alcuni danni collaterali: come tutte le cose che fanno automaticamente quanto prima richiedeva uno sforzo, mettono fuori allenamento e temo che non siano il miglior incentivo per incrementare i (costosi) segnali stradali che finora ci hanno aiutato, tenerli aggiornati e migliorarne la disposizione. In più, come già per i computer, i navigatori sono pur sempre programmati da esseri umani e quindi producono loro stessi una propria percentuale di errori.
Un caso sintomatico riguarda Lourdes, la città francese dei Pirenei, meta di cospicui pellegrinaggi. A meno di cento chilometri di distanza da Lourdes, nella stessa regione di Lourdes, sorge un centro abitato che si chiama Lourde. È decisamente più piccolo, meno di cento abitanti contro più di quindicimila.
Naturalmente, però, Lourde è segnato sulle carte stradali, almeno su quelle abbastanza dettagliate, e così per quei pochi abitanti è consueto accogliere e reindirizzare visitatori che volevano invece andare al famoso santuario. Oltretutto, come ha raccontato su Repubblica la giornalista Anaïs Ginori «anche Lourde ha un santuario della Vergine. La statua è incastonata in una roccia dalla quale sgorga una sorgente. Ma questa Madonnina ha fatto soltanto un miracolo, nel lontano 1892». Uno, che è sempre meglio che nessuno.
Pensate che il navigatore satellitare abbia diminuito il numero dei pellegrini peregrini (così ho proposto di chiamare chi vuole andare a Lourdes e si trova a Lourde)? No, lo ha invece aumentato, perché l’errore di digitazione è facile e il «riempimento automatico» tipico dei dispositivi elettronici in questo caso favorisce l’equivoco. Sarebbe così se volendo andare a «Cesenatico», si seguisse il consiglio del navigatore che dopo aver digitato CESEN ci consiglia la strada per «Cesena». Oltretutto chi non è avvezzo al francese, come molti turisti, non sa che la «s» finale di Lourdes è muta (come la D di Django) e quindi si può tranquillamente accontentare della grafia «Lourde». Avendo impostato il Tom-Tom non si sta più attenti ai cartelli stradali, che sull’autostrada che conduce sia ai paraggi di Lourdes sia a quelli di Lourde sono enormi e segnalano benissimo l’uscita giusta per andare al santuario maggiore.
Quando ho raccontato la storia di Lourdes/Lourde, mi hanno segnalato un altro articolo uscito su Repubblica. Parlava di una coppia di turisti svedesi in Italia: «Sognavano Capri, il mare e i Faraglioni, e invece si sono ritrovati a Carpi, in provincia di Modena. Il tutto per una consonante sbagliata sul navigatore satellitare».
Credeva invece di essere a Cesenatico il calciatore della Juventus che, giunto in albergo a Cesena la sera prima della partita, si è lamentato perché non gli avevano dato una camera con vista sul mare.