di Giuseppe Bernat | Fotografie di: Giuseppe Bernat
L’autore di questa foto, e di questo articolo, è il socio Giuseppe Bernat, 65 anni, pensionato di Savona. Se volete vedere le foto dei vostri viaggi pubblicate su Touring inviatene un massimo di 5 in jpeg a photofinish@touringclub.it, o caricate le vostre gallery su www.touringmagazine.it.
Un viaggio che sognavo da una vita. Andare sull’Isola di Pasqua e vedere da vicino i Moai, le statue monolitiche scavate nel tufo il cui significato è ancora avvolto nel mistero. Io sono un appassionato di viaggi, fotografia e archeologia e da tempo volevo organizzare una spedizione fin laggiù. Non proprio una gita fuori porta perché dal Cile ci vogliono comunque sei ore di volo per raggiungere l’isola. Arrivando in aereo vedi solo un puntino nell’Oceano e ti domandi se ci sia una pista per atterrare... Il paesaggio è abbastanza brullo, la vegetazione scarseggia e non ci sono alberi. Tutto il territorio è caratterizzato da vulcani spenti e c’è poco da vedere in generale. Un solo villaggio con pochi abitanti che ricevono tutto via mare e, considerando che in nave ci vuole un mese per arrivare, bisogna togliersi dalla testa di mangiare frutta fresca! Eppure questa microscopica isola ospita uno dei misteri insoluti più affascinanti del mondo, i Moai. Sono a centinaia, sparsi su tutto il territorio, guardano sempre il mare e sono di dimensioni varie, ma comunque imponenti.