di Isabella Brega | Fotografie di Isabella Brega
Quella di Borgo Cisterna, in provincia di Pesaro-Urbino, non è solo la storia di un recupero architettonico ma anche una bella avventura di famiglia
Una storia di famiglia. Di quelle che non si incontrano più. Démodé perché ricca di valori e di voleri, di speranze e di passione, di lavoro e di orgoglio. Una storia non raccontata ma scritta nella pietra di un borgo voluto, amato e rimesso in piedi da una famiglia volitiva, solida e solidale venuta da Bologna per dare un nuovo senso alla vita, con la voglia di reinventarsi un futuro diverso, a misura d’uomo. Un borgo frutto di una scelta coraggiosa che molti desiderano ma pochi osano davvero fare. Borgo Cisterna di Macerata Feltria, groviglio di pietre e di sogni, di volontà e di rispetto per i saperi antichi dei contadini marchigiani, è il regno incantevole ma non incantato, reale, autentico, della famiglia Gallerani. Mario, ex dirigente, Stefania e i loro quattro figli Michele, Lucia, Elena e Matteo sanno benissimo che cosa vogliono, sanno da dove arrivano e dove vogliono andare. Tutti insieme. Questo piccolo centro medievale fortificato del Montefeltro arroccato su uno sperone roccioso, a una manciata di chilometri da Perugia, ha riannodato il filo del proprio passato grazie al duro lavoro che dal 2003 i Gallerani, che si erano dati sei mesi di tempo per cercare la loro isola che c’è, hanno affrontato con le proprie mani, rispettandone le caratteristiche e ponendo una grande attenzione nella cura dei dettagli. A poco a poco le volte in pietra a vista si sono rinforzate, le scale hanno ritrovato il loro naturale percorso, la loggia ha ripreso ad affacciarsi sull’ampia valle, i camini hanno ricominciato a fumare e l’antica pianta di capperi abbarbicata al muro che abbraccia i tre gruppi di edifici quattrocenteschi ha ripreso a dare i suoi piccoli, sapidi, frutti.
Dominato dalla torre di guardia con base pentagonale irregolare del XII-XIII secolo, il borgo, originato da una fattoria d’epoca romana, poi residenza fortificata, contava ai primi del Novecento circa 90 abitanti e vantava un’aula scolastica per i figli dei contadini dei paesi vicini. Poi l’abbandono, triste destino che ha accomunato molte piccole realtà rurali italiane alla metà del secolo scorso nella corsa verso un benessere legato all’industria, e infine il ritorno della vita grazie alla vulcanica famiglia. Oggi Borgo Cisterna è un agriturismo e un’azienda agricola che produce frutta, fra cui le visciole da cui si ricava un vino aromatizzato, verdura, conserve e marmellate, erbe aromatiche per la Salamoia del Borgo, formaggio di fossa: tutti prodotti che sono parte integrante del ristorante del borgo, il regno di Stefania, che ha recuperato le gustose ricette del territorio, non dimenticando però quelle di famiglia.
Ampie e confortevoli, arredate con mobili antichi le camere del complesso. Solo cinque, per volere dei Gallerani, che intendono continuare a regalare un’ospitalità autentica e attenta. Calda e ruvida come la pietra che è la ragione d’essere del complesso. Perché, nonostante i pizzi, i letti in ferro battuto e i centrini della nonna, quella di Borgo Cisterna non è la favola del Mulino Bianco. E la famiglia Gallerani lavora duro e bene, ma non si risparmia. Neanche i ragazzi, che hanno fatto propri i desideri dei genitori e se li sono caricati sulle spalle. In prima fila Michele, idealista e realista proprio come il padre. Forse in futuro, inseguendo il proprio sogno, qualcuno dei giovani lascerà il nido, ma sarà sempre consapevole del valore delle scelte. Scelte di famiglia.
L'agriturismo
Seminari e incontri sull’alimentazione naturale, corsi di cucina come quello seguito dalla critica enogastronomica americana Nancy Christy. che ha dedicato al borgo un articolo sul Madison Magazine. E poi le escursioni nel Montefeltro e a Urbino, Borgo Cisterna, che vanta anche una piscina e un campo da bocce, offre anche tre pacchetti per due persone, a partire da 74 euro (per una cena).
Info: tel. 335.8335976; www.lacisterna.net