Gioielli di famiglia. A Massa Marittima

Massa Marittima, Bandiera Arancione Tci nel Grossetano, custodisce una collezione unica di organi antichi

A Massa Marittima, in vista del mare dall’alto di una delle Colline Metallifere maremmane, ci si va per ammirare la piazza bellissima e insieme originale con la splendida Cattedrale romanico-gotica, tutta bianca, dedicata a un santo dei più singolari: San Cerbone, un vescovo maghrebino del VI secolo, venuto assieme – migranti dell’epoca – a un altro futuro santo, San Regolo. All’interno della cattedrale spicca l’Arca di San Cerbone, racconto trecentesco in marmo, potente e dolce, delle storie di questo vescovo di Populonia. Egli, convocato da papa Virgilio in S. Pietro (pare che celebrasse la Santa Messa troppo presto per i suoi fedeli sparsi nella Maritima), vi arrivò accompagnato da un corteo di oche selvatiche, dopo aver munto latte da due cerve per rifocillare gli esausti messaggeri del papa.
Tuttavia non siamo a Massa Marittima soltanto per vedere, o rivedere, tutto ciò, ma per salire verso la parte alta di questo centro storico disposto su due piani. Salita un’erta di pietra, sentiamo l’inconfondibile suono di un organo musicale antico. Solo allora noto la targa “Museo di S. Cecilia”. Salendo le scale del fabbricato il suono si fa sempre più vicino finché non entriamo nella prima sala di questo museo, per anni l’unico nel suo genere (da poco tempo v’è anche, a Bologna, quello di S. Colombano, con la collezione dell’organista Luigi Ferdinando Tagliavini): un museo degli organi musicali antichi intitolato a Cecilia, la Santa protettrice della musica, che nella celebre pala di Raffaello tiene in mano un piccolo organo portativo, o positivo.

Siamo nel convento annesso alla chiesa di S. Pietro all’Orto dove dal 2002 ha sede la Fondazione S. Cecilia creata da un professore modenese, Lorenzo Ronzoni, venuto in Maremma a insegnare al liceo portandovi una sua prima collezione di strumenti musicali antichi che ha via via arricchito, fino a costituire questo mirabile museo. Ronzoni si è dedicato a organi musicali emiliani del Seicento e Settecento, senza trascurare una patria di grandi organari come Brescia, qui presente con un Carlo Traeri del 1686. Fra gli strumenti settecenteschi spicca un Domenico Magino napoletano, un grande Gaetano Platania siciliano e un grazioso positivo di un altro Traeri, Agostino, del 1756. Fra i clavicembali non mancano esemplari anche dipinti come lo strumento romano decorato all’interno della cassa levatoia. L’Ottocento ci introduce al fortepiano e il professor Ronzoni ne ha collezionati parecchi, viennesi e tedeschi, fino a giungere al pianoforte a coda, un Blüthner del 1904. Infinite le curiosità: una ghironda settecentesca francese, un autopiano a quattro rulli, un antifonario romano. Insomma una vera immersione nella musica antica nel magnifico ambiente dove anni fa ha suonato l’indimenticabile clavicembalista Gustav Leonhardt.

INFO. Fondazione Museo S. Cecilia, corso Diaz 28, Massa Marittima (Gr),
tel. 0566.940282 oppure 347.0854024; www.museodegliorgani.it