di Piero Carlesi | Fotografie di Svizzera Turismo
Il cantone svizzero che vanta il ghiacciaio dell’Aletsch e il Cervino tra le sue principali attrattive, offre ai turisti numerose località dove il rispetto dell’ambiente è la regola. Niente auto, ma solo trenini e funivie. Il nostro viaggio a Zermatt e a Bettmeralp e Fiescheralp, scoprendo vicino a Briga, il nuovissimo Museo multimediale di Naters
Il mio obiettivo è raggiungere il Grand Tour che proviene dal passo del Furka e attraversa il Goms a Briga. Milano ha passato l’inverno superando tantissime volte le soglie previste d’inquinamento dell’aria e occorre una buona boccata d’aria pura e fresca. Ecco che, allora, la vicina Svizzera fa al caso nostro anche perché qui in molte località l’inquinamento è davvero bandito. Esco dal tunnel del Sempione in un lampo e si apre la piana di Briga, con il suo enorme scalo ferroviario. Per un giusto approccio al territorio che andrò a visitare mi hanno consigliato però di fare prima tappa a Naters. Ci vado a piedi dalla stazione perché è il paese sull’altra riva del Rodano. In dieci minuti di cammino raggiungo il museo, contenuto in una moderna scatola di cemento. Il suo nome è tutto un programma: World Nature Forum ed è un museo altamente tecnologico e interattivo, che piace molto soprattutto ai ragazzi perché ricco di giochi. Aperto nell’ottobre del 2016, è già notissimo in Svizzera e merita davvero una visita perché presenta in modo completo il territorio montano tra Jungfrau e Aletsch, riconosciuto dall’Unesco come Patrimonio dell’umanità. Una visita veloce può durare una buona mezz’ora, mentre una visita accurata ti può impegnare anche per un’ora e mezza. Esco dal museo con negli occhi tutte le bellezze di questo territorio, sia dal punto di vista naturale sia culturale, e sono ora pronto a conoscerlo approfonditamente.
Da Briga, percorrendo il Grand Tour a ritroso, in direzione di Fiesch, nella valle del Goms, mi fermo a Betten Talstation. La stazione è integrata: a un piano ci sono i binari, al piano sovrastante parte la funivia per Bettmeralp. Sto per entrare nell’Aletsch Arena, un comprensorio montano dall’alto valore naturalistico ed ecosostenibile. Ci sono infatti tre località, poste a mezzacosta, sul versante esposto al sole, chiuse ai mezzi a motore, immerse quindi nell’aria pura della montagna. Sono Riederalp, Bettmeralp e Fiescheralp. Tutte e tre sono raggiunte da capaci e moderne funivie che partono rispettivamente da tre località di fondovalle raggiunte dal treno: Mörel, Betten Talstation e Fiesch. La quota di questi insediamenti (che nell’Ottocento erano semplici alpeggi per il pascolo delle mandrie) si aggira sui 2000 metri e permette d’essere, d’inverno, uno straordinario comprensorio sciistico e d’estate un eccezionale territorio per passeggiate per famiglie o per escursioni in mountain-bike, senza correre alcun pericolo d’essere nemmeno sfiorati dal traffico perché auto, moto, camion e bus sono banditi. Ma la bellezza di questo comprensorio turistico non si limita all’ecocompatibilità: ha un enorme valore in più dato dalla presenza del ghiacciaio dell’Aletsch, il più esteso delle Alpi, anche se ahimé, come tutti i ghiacciai in questi anni, si sta paurosamente ritirando a causa del riscaldamento del pianeta.
Per arrivare al ghiacciaio, per poter ammirare in tutta la sua imponenza questo “fiume di ghiaccio” di 23 km, ci sono varie funivie d’arroccamento che portano più in alto ai vari punti panoramici, dai quali poi, per sentieri, si può scendere a valle, magari attraverso il maestoso bosco dell’Aletsch e toccare la celebre villa Cassel, dove per diverse estati, ai primi del Novecento, soggiornò Winston Churchill.
Il desiderio di aria pura, di non usare l’auto e di ammirare le bellezze dell’alta montagna mi fa rimanere nel Vallese. Tornato a Briga prendo il trenino rosso questa volta verso sudovest; c’è un diretto per giungere ai piedi del Cervino, che qui chiamano Matterhorn.
Zermatt, che è il nome tedesco dell’alpeggio medievale che era chiamato Praborno, vuol dire “ai prati” e Matterhorn significa infatti “corno dei prati”. Anche qui, ultimo paese della Mattertal, le auto non possono accedere: i turisti possono arrivare fino a Tasch, 5 km a valle, dove si trova un grande parcheggio e poi proseguire col trenino. Zermatt, fin dalla prima volta che l’ho vista, ormai molti anni fa, è un luogo sempre affascinante. Sarà per quella piramide di roccia che svetta e chiude la valle, visibile nelle giornate serene, sarà per l’atmosfera d’altri tempi che ancora si ritrova in alcune viuzze tra gli antichi stadel in legno rimasti (le baite sollevate da terra per mezzo di particolari funghi di legno e pietra) o per l’originale museo locale scavato sotto la piazza centrale, come se fosse nel mezzanino della metropolitana.
Quante gite anche qui: c’è l’imbarazzo della scelta tra salire con il trenino al Gornergrat (3089 m) o in funivia al Piccolo Cervino (3883 m). Entrambi i luoghi, paradiso per gli sciatori anche d’estate, offrono un panorama sulle montagne assolutamente spettacolare. L’intero gruppo del Monte Rosa, i Lyskamm, il Castore e il Polluce, il Breithorn, naturalmente la Gran Becca (altro nome del Cervino), la Dent d’Herens e il Weisshorn. In pratica in un sol colpo d’occhio buona parte dei Quattromila delle Alpi. Ubriacato dal panorama, dai mari di ghiaccio e dalle vette prima di scendere a valle entro nel ghiacciaio... Già perché una galleria scavata nel ghiaccio permette ai visitatori di fare un incredibile percorso e ammirare tutta una serie di sculture di ghiaccio (tra cui un’auto, i camosci, un trono regale) che grazie alla temperatura stabile sotto lo zero non rischiano di sciogliersi mai. Tornato alla superficie mi sazio con un’ultima visione inebriante delle cime prima di tornare velocemente a valle, nel “traffico” pedonale dei turisti e dei minibus elettrici che popolano il borgo sotto il Cervino. Il mio tour finisce qui, salgo sul treno per Briga e poi su quello per Milano. In questo tratto del Grand Tour della Svizzera ho certamente fatto il pieno di ossigeno e di natura!