Una nuova idea di Svizzera

Della Svizzera abbiamo tutti un'idea molto stereotipata: banche, cioccolato, mucche e orologi. Ma la Confederazione è molto, molto altro. Inizia in nostro viaggio ricco di spunti per organizzare il vostro Grand Tour of Switzerland.

Nel XVIII secolo, quando tra i rampolli delle buone famiglie del Nordeuropa era obbligatorio il Grand Tour, la Svizzera con i suoi paesaggi alpini spesso costituiva poco più che una affascinante tappa di passaggio lungo le terrifiche vie che valicavano le Alpi. Giovani, artisti e aristocratici, i viaggiatori anelavano alla classicità: alle rovine di colonne greche e acquedotti romani, templi e fori imperiali. Si muovevano su calessi, postali, carrozze o a piedi, fermandosi in locande e pensioni, mangiando in osterie alla buona. La meta era l’Italia. Oggi, invece, va di moda un nuovo Grand Tour: il Grand Tour of Switzerland. Al posto delle colonne ioniche mirabili vette; al posto degli acquedotti, 22 laghi. Invece di calessi e carrozze, treni comodi e puntuali; oppure strade filanti stupende da percorrere in auto, mozzafiato quando si inerpicano sui passi. Un’esperienza dove l’andare conta quanto la destinazione. E poi grandi alberghi dal sapore antico e il lusso moderno; ristoranti ricercati in luogo di oscure taverne. E ancora ottimi vini, grandi formaggi, deliziosi dolci per assaporare l’essenza di un Paese sorprendente.

Il Grand Tour of Switzerland è un circuito di 1.600 chilometri per addentrarsi nel cuore della Svizzera che non ti immagini. Perché ammettiamolo: della Svizzera tutti abbiamo un’idea, ma il più delle volte è sbagliata. Frutto di stereotipi antichi che non corrispondono alla realtà: cioccolato e pascoli alpini, orologi e banche, Guglielmo Tell e Heidi. Realtà che invece racconta di un Paese di poco più di otto milioni di abitanti in cui si parlano quattro lingue, con contrasti ambientali e differenze culturali che attraversano i 26 cantoni e si rispecchiano nelle tante città che varrebbe la pena conoscere meglio (non siete mai stati a St-Ursanne? Male, ha un centro storico medievale notevole).

Come varrebbe la pena visitare gli 11 siti Unesco, tra cui il monastero benedettino dell’VIII secolo di S. Giovanni a Müstair, in Val Monastero; o percorrere le spettacolari ferrovie capolavoro dell’ingegneria del secolo scorso, talmente ardite da meritarsi – è il caso dei 122 chilometri della Ferrovia retica Albula/Bernina – il riconoscimento Unesco. Oppure i musei, tra cui il Museo fotografico di Winterthur, il più grande d’Europa, che fa della cittadina il baricentro per gli appassionati di tutto il mondo.

Come da tutto il mondo arrivano per soggiornare in quel paradiso naturale che è l’Engadina, quintessenza del paesaggio svizzero con panorami alpini che si incontrano lungo l’itinerario da sogno Zernez-Silvaplana: i prati tagliati di fresco, le chesa di legno, le vette seghettate delle Alpi Retiche, i laghetti contornati di boschi talmente perfetti da sembrare disegnati da un architetto del paesaggio.

Lo stesso architetto illuminato che deve aver progettato il Grand Tour of Switzerland. Perché quello che si capisce percorrendo almeno in parte le 44 tappe che costituiscono questo itinerario circolare è che, nonostante le piccole dimensioni, la Svizzera possiede molteplici ricchezze turistiche buone in tutte le stagioni. I rampolli delle buone famiglie europee ne avevano solo una vaga idea e avevano altro per la testa, ma oggi è chiaro a tutti: la Svizzera offre molto, molto di più di quel che si pensa. Una prova? Seguiteci in questo itinerario che, in tre puntate, vi darà più di qualche spunto per organizzare il vostro prossimo Grand Tour of Switzerland.

INFORMAZIONI

Svizzera Turismo.
Numero verde gratuito 00800.10020030;
svizzera.it/grandtour