di Mario Tozzi
Il simbolo delle lotte per la tutela degli animali non è più così minacciato, ma un terzo delle specie viventi è ancora a rischio d’estinzione
Il panda gigante, simbolo di tante battaglie per la tutela e la conservazione dell’ambiente (e del World Wildlife Fundation, Wwf) è salvo. E questa è un’ottima notizia, visto che il panda è uno di quei simboli universali dell’ultimo secolo cui tutti attribuiscono autorevolezza e senso di appartenenza, rappresentazione figurata di una delle specie maggiormente in pericolo di estinzione dell’intero pianeta. Oggi il panda gigante sembra essere in salvo. Almeno in apparenza.
Da Endangered (minacciato), è stato declassato a Vulnerable (suscettibile di essere minacciato) dall’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (Iucn), organizzazione internazionale delle Nazioni Unite che gestisce la cosiddetta Red List, la lista rossa delle specie di viventi minacciate di estinzione al mondo. Non tutte le notizie sono positive, però, anzi. A tutto il 2016 risultano minacciate di estinzione 23.928 specie su 82.954 viventi: una cifra enorme, che comprende quattro specie di grandi scimmie su sei, primo fra tutti il gorilla orientale, che ha subìto un declino del 70 per cento in vent’anni (da Endangered a Critically Endangered). Anche il gorilla occidentale, l’orango del Borneo e quello di Sumatra sono Critically Endangered, vicini purtroppo all’estinzione. Non se la passano bene nemmeno lo scimpanzé e il bonobo, lo scimpanzé pigmeo, classificati come Endangered. Quest’ultimo, peraltro, è il vivente geneticamente più vicino alla specie Homo sapiens. Ma sono tutte le grandi scimmie, i nostri parenti più prossimi, a essere sul punto di sparire dal pianeta sul quale ci hanno aperto la strada: come se gli uomini non riuscissero a provare alcuna gratitudine verso chi ha permesso la nostra stessa evoluzione. Nel frattempo si scoprono continuamente nuove specie: nel 2016 163 solo nel bacino del Mekong, undici specie di pesci, 126 di piante e addirittura tre nuovi mammiferi.
Un fatto che dovrebbe dare speranza a tutti, anche a coloro che pensano che non ci debba interessare il destino degli altri viventi, visto che noi umani abbiamo già tanti altri problemi. Sarebbe un pensiero sbagliato e ignorante: la ricchezza della vita sulla Terra (di tutte le forme di vita) è patrimonio anche degli uomini, e una biosfera in salute assicura una serie impressionante di servizi essenziali e gratuiti all’umanità, dalle acque pulite ai medicinali. Ma una specie è salva solo se viene salvaguardato anche il suo habitat, pena avere una lista di specie sopravvissute, ma virtualmente estinte.
Le minacce sono identiche per tutti i viventi non umani del pianeta: perdita di habitat, bracconaggio e commercio illegale, conflitti con le comunità locali e cambiamento climatico. Animali in pericolo costante, come la tigre del Bengala Sher Khan, che nel Libro della giungla è il cattivo, ma che, giustamente, si oppone a che il cucciolo d’uomo Mowgli torni fra i suoi simili a perpetrare la distruzione ai danni degli altri viventi, lei stessa per prima.