Sardegna: per le vie dei borghi

Alla scoperta dell’entroterra dell’isola sconosciuto ai più quanto ricco di tradizioni secolari e di moderne eccellenze. E alcuni dei borghi presi in considerazione, guarda caso, sono Bandiere arancioni del Touring

 Scongiurare l'effetto ciambella. In Sardegna si parla da decenni del rischio di un’eccessiva concentrazione di turismo e popolazione sulle coste a scapito dell'economia dei paesi dell’interno. Solo 20 Comuni su 377 si affacciano sul mare, beneficiando di buona parte del Pil turistico, mentre per 31 piccoli paesi il rischio prospettato dagli esperti è quello dell’estinzione entro una decina d’anni. Invertire la tendenza è ora la missione prioritaria della Regione Sardegna. Per questo con la nuova legge regionale sul turismo è stata istituita la rete dei borghi caratteristici, culla dell’identità isolana e scrigno di tesori di arte, cultura e tradizioni. Il 2018 è l’anno giusto per partire alla riscoperta dell’isola senza mare (ma a un passo dal mare), grazie ai percorsi del turismo rurale e attivo, fra archeologia, enogastronomia, eventi culturali, ospiti della rete sempre più vasta di borghi accoglienti.
In un itinerario che partendo da nord arriva a sud dell’isola, vi segnaliamo sette piccoli borghi emblematici della ricchezza della realtà isolana: non a caso ben tre dei sette sono certificati dal Tci con la Bandiera arancione per la sostenibilità ambientale. I borghi sono: San Pantaleo (frazione del Comune di Olbia, in provincia di Sassari), Aggius (Sassari), Galtellì (Nuoro), Oliena (Nuoro), Santu Lussurgiu (Oristano), Baradili (Oristano) e San Sperate (Sud Sardegna: ex provincie di Carbonia-Iglesias e Medio Campidano).

 

San Pantaleo: il relax via dalla mondana costa smeralda
Basse case in pietra fra massi granitici dalle forme primordiali: 650 abitanti e una fama in crescendo, per il piccolo borgo, attorno a una chiesa, ancora oggi centro della sua vita sociale. Sulla piazzetta al caffè Nina si degustano prelibatezze gastronomiche. A pochi passi le botteghe d’arte: l’atelier di Michele Greco, con opere di disegno, pittura, scultura, “Arte in Piazza”, dell’artista Gianfranco Salis e i laboratori artigiani di ceramisti, fabbri, falegnami. Gli artisti cominciarono ad arrivare negli anni Sessanta, altri hanno continuato ad aggiungersi alimentando la fama di “borgo di artisti”. Quello che più sembra piacere del paese, continua a essere lo stile di vita semplice, diverso dalla mondanità della vicina Porto Cervo, unito alla bellezza della natura in cui sono immersi alberghi, agriturismi, b&b, dai nomi evocativi come Petra Segreta o Ca’ La Somara (olbiaturismo.it).

Aggius: Sulle cime della Gallura
Gli inverni sono freddi, il vento soffia gelido e spesso nevica. Si parla una lingua dalle sillabe indurite, pronta però ad aprirsi diventando melodia nel canto sacro.
Se ne innamorò D’Annunzio. «Portatemi ad Aggius: e fatemi una capanna in un bosco... ch’io sia svegliato ogni alba dal Gallo di Gallura (ndr: nome del coro del paese)», scrisse il poeta, che nel Natale del 1927 invitò i cantori di Aggius ad esibirsi al Vittoriale. Considerato per secoli covo di briganti e rivoltosi, luogo di faide interminabili, come quella immortalata nel romanzo Il Muto di Gallura del 1884, Aggius, Bandiera arancione Tci, ha difeso e fatto tesoro della sua storia e cultura. Il Museo del banditismo è l’unico nel suo genere in Italia, il Museo etnografico è il più grande e ricco della Sardegna. L’ambiente naturale è straordinario (aggiuscomunitaospitale.it).

 

Galtellì: un borgo da nobel
La scrittrice premio Nobel Grazia Deledda vi ambientò Canne al vento, la sua opera più famosa. Come nelle pagine del romanzo a Galtellì ritroviamo le mura dirute del castello medievale di Pontes e la mole del monte Tuttavista. Camminando fra le case del borgo Bandiera arancione, si arriva alla chiesa duecentesca di S. Pietro: fu cattedrale e sede di diocesi fino al 1495 e conserva al suo interno preziosi affreschi medievali. La chiesa del Santissimo Crocifisso, fondata attorno al 1500, custodisce un’immagine lignea di Cristo, ritrovata sulla spiaggia, alla quale sono attribuiti poteri miracolosi. Il Museo etnografico Casa Marras, si trova in un nobile palazzo (via Garibaldi 12, tel. 0784. 90472), presso il quale si organizzano itinerari culturali e laboratori (parchiletterari.com/parchi/grazia-deledda/itinerari).

Oliena: i murales della Barbagia
Il centro storico è fatto di case bianche con logge, ballatoi, cortili, pergolati, disteso sotto la mole calcarea del monte Corrasi e antiche chiese. Da visitare la chiesa di S. Maria nella quale spiccano le strutture in gotico sardo e la chiesa di S. Ignazio di Loyola, con le tavole del retablo di San Cristoforo (XVI sec) ora restaurate. Pastorizia, agricoltura, artigianato, enogastronomia, difesa della cultura autoctona hanno fatto di Oliena (Bandiera arancione Tci) uno dei centri più frequentati della regione dai turisti. Da non perdere qui e in altri 31 paesi l’evento Autunno in Barbagia fino a dicembre (a Oliena l’8, 9 e 10 settembre). È nato qui negli anni Sessanta Su Gologone, ora hotel e scrigno di tesori d’arte, meta di clienti da tutto il mondo. Nella natura prorompente, fra doline carsiche, canyon, fiumi, sorgenti e vestigia archeologiche è l’avventuroso trekking al villaggio nuragico di Tiscali (info: Presidio Turistico Galaveras, via Grazia Deledda 32, tel. 0784.286078).

 

Santu Lussurgiu: la perla del Montiferru
Le sue case scure appaiono quasi all’improvviso dietro una curva, sulla strada provinciale che sale lenta dalla piana coltivata e dagli aranceti di Milis. Costruite dentro il cratere di un vulcano spento si affacciano su vicoli stretti in cui ancora resiste l’acciottolato. Fatte di pietra basaltica, hanno  mura spesse per trattenere il calore durante i mesi freddi dell’inverno e tenere lontano il caldo d’estate. Non ci sono ville lussuose e la spiaggia più vicina dista 30 chilometri. Qui resistono le tradizioni: spericolate gare equestri, canti sacri, ricette prelibate e ci sono gli alberghi diffusi. Le radici nella cultura agropastorale trovano conferma nel Museo della tecnologia contadina (via Meloni 1, museotecnologiacontadina.it), e sono il propulsore delle molte attività messe in campo per animare le attività culturali del paese in tutte le stagioni. Imperdibile a Carnevale Sa Carrela ‘e Nanti: temeraria disfida a cavallo, e in agosto il festival Vulcani Blues, musica acustica fra le mura dell’albergo diffuso Antica dimora del Gruccione.

Baradili: il gusto stellato della Marmilla
Una manciata di case in pietra attorno alla chiesa, in una vallata fra le sinuose colline della Marmilla.
È il paese più piccolo della Sardegna, con soli 84 abitanti immersi in un paesaggio che anche Cervantes avrebbe potuto scegliere per il suo Don Chisciotte. Ad adottarlo è stato invece lo chef stellato Roberto Petza per farne la sede della sua Accademia di Cucina, calamita di potenziali talenti culinari provenienti da mezzo mondo per imparare la cucina territoriale. Il suo ristorante S’Apposentu, che si trova nel piccolo borgo di Siddi (650 abitanti, 8 chilometri più a sud) è diventato in pochi anni un importante motore economico, tessendo connessioni fra i piccoli produttori fino a creare una rete territoriale nel segno dell’eccellenza, in un’area agricola condannata allo spopolamento. Accanto all’Accademia, lo chef ha aperto Sa Scolla (la scuola), una pizzeria d’alta qualità che attira viaggiatori del gusto da tutto il mondo.

 

San Sperate: il paese museo d’arte a cielo aperto
È definito “paese museo”, perché nel corso di 50 anni è stato trasformato dall’arte di Pinuccio Sciola, l’artista contadino scomparso nel 2016. Cominciò tutto il giorno del Corpus Domini, nel 1968, quando per la processione le mura delle case furono imbiancate di calce bianca. Il paese cambiò faccia, aprendosi a prospettive nuove e da allora è diventato famoso: le strade e i suoi muri costituiscono un museo a cielo aperto in continua trasformazione, con opere donate da artisti di tutto il mondo. Da non perdere il festival estivo di Cultura Popolare Cuncambias e gli stage dei giovani dell’Istituto d’Arte Rudolf Steiner di Milano, impegnati ogni anno ad abbellire i muri del paese con le loro opere (turismosansperate.com).

 

Fotografie di Gianmario Marras