Andar per castagne

In viaggio con Enit fra boschi, sentieri e castelli dell’Appennino

 

EMILIA-ROMAGNA: DAI SENTIERI DI MATILDE AL MARRONE IGP
La quiete di una castagneto, i caldi colori dell’autunno, il benessere di una camminata circondati dalla natura. L’Emilia-Romagna offre tante opportunità per una full immersion a passo d’uomo nei castagneti accesi dai colori del foliage autunnale.
La Via Matildica - A un’ora da Reggio Emilia, si entra nel Parco nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, tra boschi e sorgenti, borghi e gli antichi castelli di Matilde di Canossa, la più importante figura femminile del medioevo europeo. Fu proprio Matilde a introdurre il castagno in questo territorio. Oggi la Via Matildica si può percorrere a piedi: i sentieri sono mappati e segnalati, adatti a tutti. I castagneti più belli sono nella zona di Carpineti, dove c'è uno dei castelli più famosi di Matilde (nella foto). Il paesino di Marola, in cima a un’altura, è cinto da castagneti. A Toano, altro borgo matildico, si può vedere un castagno monumentale, il Castagno di Toano, alto 10 metri, con un diametro di ben 182 cm, nel cui fusto cavo si narra si nascondessero i partigiani per sfuggire ai rastrellamenti nazifascisti.
La via europea del castagno - Parte dalla Turchia e arriva in Portogallo. Uno dei tratti più belli attraversa l’Appennino tra Modena e Bologna. ll percorso in Emilia-Romagna si snoda nel Parco dell’Antico Frignano. I centri sono Zocca (dove c’è il Museo del Castagno), Fanano, Pavullo e Frassinoro. I castagneti più antichi sono a Castelluccio di Montese e Fellicarolo.
Il Marrone Igp di Castel del Rio - Questo piccolo borgo di case in sasso sull’Appennino a mezz’ora da Imola è un luogo speciale per assaggiare il marrone, un frutto più grande della castagna, più morbido e pregiato, perché cresce in piccole quantità e soltanto qui. Non a caso vanta l’Indicazione Geografica Protetta (Igp). Si può raccogliere appena fuori il paese, fra gli antichissimi castagneti. Per maggiori info: www.cammini.aptservizi.com/it

LAZIO: I MILLE COLORI DELL’ALBERO DEL PANE
Quale colore fa pendant con l’ocra e il rosso carminio delle foglie autunnali? Il marrone delle castagne!
La castagna è il frutto dell’autunno che ci accompagna verso l’inverno. In questa stagione diventa regina nei territori ricchi di secolari boschi, e risorsa per la gente che li abita. Questo frutto un tempo era l’alimento dal quale molte popolazioni traevano il principale sostentamento, al punto che il castagno venne ribattezzato “albero del pane”.
Oggi invece le castagne rappresentano un elemento più marginale nella nostra dieta e sono consumate soprattutto come prodotto trasformato. Sono un alimento molto versatile e si possono consumare bollite, arrostite, cotte al forno oppure essiccate, per fare i dolci (trasformate in farina) e i marron glacé. Sono molto energetiche e ricche di sali minerali, di potassio, di fosforo, zolfo, magnesio, cloro, calcio, ferro e sodio, vitamine B1, B2, C e PP; inoltre contengono zuccheri, proteine e grassi, oltre a un’elevata percentuale di acqua.
Nel Lazio sono famosi il marrone di Arcinazzo Romano (Roma), la castagna dei Monti Cimini (oggetto di Dop) tra Vallerano, Canepina, Ronciglione, Caprarola, Soriano nel Cimino, Carbognano, Vetralla (Viterbo); il marrone di Segni (Roma), la castagna di Terelle (Frosinone), quella reatina tutelata da Indicazione Geografica Protetta, le castagne e i marroni della Tolfa (Rm) area montana tra Roma e Civitavecchia; i marroni dell’area di Antrodoco (Borgovelino, Castel S. Angelo, Micigliano), al confine tra Lazio e Abruzzo, e la castagna di Norma (Latina). Per maggiori info: www.visitlazio.com