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Dalla nuova lounge di Fiumicino al museo dedicato a san Nicola, a Bari. Spunti e idee dal mondo del turismo

Recanati festeggia i duecento anni de L'Infinito di Leopardi
A leggerla ci vuole meno di un minuto, a celebrarla un anno intero. Duecento anni fa Giacomo Leopardi scriveva «Sempre caro mi fu quest’ermo colle» i versi de L’Infinito, forse la poesia più amata dagli italiani. In occasione dell’anniversario, Recanati ha deciso di festeggiare con dodici mesi di mostre, spettacoli, conferenze, pubblicazioni. Fino al 19 maggio a Villa Colloredo Mels di scena due mostre: una, Infinità/Immensità. Il manoscritto con la riscoperta del patrimonio delle copie autografe (in alto a sinistra); l’altra, Mario Giacomelli. Giacomo Leopardi, L’Infinito, A Silvia, espone le foto del marchigiano Giacomelli (sopra a destra) ispirate alle liriche leopardiane.
Info: infinitorecanati.it

Aeroporti
Un Plaza a Fiumicino
Arricchisce da pochi mesi la cosiddetta Italian food street dell’aeroporto internazionale di Fiumicino: è la Plaza Premium Lounge, elegante area di oltre mille metri quadrati situata al secondo piano, nei pressi dell’imbarco E del Terminal 3. Stile internazionale (le Lounge plaza si trovano in 42 aeroporti), la Lounge è nata per rispondere alle esigenze dei passeggeri in partenza e in transito, quale che sia la compagnia e la classe di viaggio prescelta. Aperto 24 ore su 24, 7 giorni su 7, costa circa 35 € per due ore, ed è lo spazio ideale per chi deve lavorare grazie alle postazioni business “honey-comb”, alle poltrone e ai tavoli da lavoro. Anche chi vuole essere coccolato trova ospitalità nel ricco buffet con cucina a vista in cui lo chef prepara piatti di qualità in base ai gusti degli ospiti, e aree con ampie stanze doccia dove rilassarsi. Non manca lo spazio per la lettura con oltre settemila testate italiane e internazionali in versione digitale.
Info: plazapremiumlounge.com
   
Veneto
Abano, rinasce il museo civico
Negli ambienti di una dimora del ’500 apre il rinnovato museo civico di Abano Terme (Pd). All’interno di una villa veneta è stata riallestita la collezione Bassi Rathgeb: un patrimonio di oltre 400 opere, tra cui dipinti di area lombardo-veneta dal XVI al XX secolo.
In mostra anche disegni, sculture, mobili, suppellettili, armi, reperti archeologici tutti appartenuti al collezionista Roberto Bassi Rathgeb che 40 anni fa li donò al Comune di Abano Terme per esporli nel museo civico.
Info: museovillabassiabano.it

Rovato (Bs)
Nuova vita per il convento
In un luogo simbolo della Franciacorta una famiglia di vignaioli si prende cura di un antico convento: succede a Rovato, in provincia di Brescia. Qui la Fondazione Vittorio e Mariella Moretti, la cui azienda enologica già si occupava dei vigneti, ha deciso di dedicarsi alla gestione del convento della
Ss. Annunciata sul Monte Orfano dopo che gli ultimi due monaci dell’Ordine dei Servi di Maria l’hanno dovuta lasciare.
Info: terramoretti.it

Bari
Omaggio a San Nicola
Bari omaggia il suo patrono con una mostra permanente sulla storia, le leggende e le tradizioni del Santo. Si chiama Munbam, è dedicata a San Nicola dei bambini e delle bambine ed è ospitata nella sale del Castello Svevo.
Info: fondazionemyrabilia.it

 

 

Il Punto
Alla ricerca del museo sostenibile
Conservare meglio il patrimonio per renderlo fruibile

Siamo in un bel pasticcio. Non noi italiani. Potremmo dire noi contemporanei abitanti del pianeta Terra, italiani compresi. Abbiamo vissuto decenni di crescita. Decenni del benessere, della tecnologia, della scienza, dell’economia, del famigerato Pil. E siamo stati indotti a credere che tutto ciò avrebbe potuto continuare all’infinito. Poi, un bel mattino (in realtà in qualche anno) ci siamo accorti che il mondo era prossimo a essere sold out: posti a sedere esauriti, vietato l’ingresso. Il clima impazzisce, il traffico non ce la fa più (per fortuna stiamo riscoprendo la bicicletta), il consumo del suolo (potremmo parlare di distruzione) è peggio di Attila, solo che invece di ferro e fuoco usa il cemento. Ci siamo improvvisamente accorti che la plastica ha invaso gli oceani (e gli stomaci dei pesci di cui ci nutriamo) e così via. Sono bastati un paio di anni di recupero per arrivare, non solo in Italia, ad allarmi seri a causa dell’overturismo. Sicché da un lato siamo costretti a trovare modalità più moderate di approccio alle mete (città, parchi, musei, centri storici) e dall’altro (avendo finalmente scoperto il potere economico del turismo stesso) a pianificare e pretendere più visitatori (italiani e non), più arrivi e più presenze. Se non si trova il modo, il pasticcio rimane. Anzi, tenderà ad aggravarsi, perché la pressione antropica sui luoghi ne deteriora inevitabilmente la fruibilità.

L’abbiamo già sostenuto di recente. Il parametro imprescindibile deve essere la sostenibilità. Ma deve essere preventiva, non rabberciata a posteriori. Quando hanno inventato la plastica, la sua indistruttibilità è stata enfatizzata come un miracoloso fattore positivo. Bene, fin da allora la sua diffusione doveva essere accompagnata da ferree regole di smaltimento, senza il rigoroso rispetto delle quali non doveva esserne consentito l’utilizzo. Il «maiale di tutto prosciutto» (la battuta non è nostra, ma del senatore Pier Luigi Bersani, famoso per questi esempi) non esiste. E chi realizza profitti vendendo le carni buone ha l’obbligo di smaltire o riutilizzare in modo corretto quello che rimane. I direttori di grandi musei d’Europa discutono del problema dei flussi, giustamente cercano rimedi temporanei (numero chiuso, sovrapprezzo per gruppi numerosi) e sottolineano l’esigenza di ricerche e studi di “conservazione preventiva”.

Il problema è importante soprattutto da noi. Sono rari, in Italia, gli edifici museali progettati e costruiti come tali. Per lo più si tratta di palazzi signorili nati per ospitare collezioni private e poi riadattati a sedi museali. Siccome la conservazione è una pre-condizione ineludibile, così come la possibilità, per il visitatore, di una corretta fruizione che non sia lo struscio obbligato e inarrestabile nella confusione, bisognerà da un lato, con una perfetta organizzazione, pianificare preventivamente gli ingressi e i percorsi e, dall’altro, investire in tecnologia e in ulteriori spazi preziosi e adeguati per diluire la pressione. La sostenibilità, secondo gli studiosi, si declina in ambientale, sociale ed economica. Visto che, finalmente, abbiamo capito che in molti casi campiamo di quello se il nostro prezioso patrimonio è, allo stesso tempo, il nostro capitale, dobbiamo conservarlo, prima di tutto e poi consentirne una fruizione corretta. Questo è l’aspetto etico, per noi, della grande impresa turistica nazionale.    A.A.