Viandanti e contenti. Incontro con Andrea Vitali

Incontro con lo scrittore, cantore di Bellano e del lago di Como

Seduto su una panchina nella piazza in riva al lago della sua Bellano, Andrea Vitali ammette di non aver mai percorso il Sentiero del Viandante. «Sono uno pigro, non sono un gran camminatore, quindi no, non l’ho mai fatto, non so se posso esserle d’aiuto». E allora la chiacchierata potrebbe finir qui, prima di iniziare. Nel mentre chiunque passa lo saluta. E viene da chiedersi se sia perché si tratta di uno scrittore da centinaia di migliaia di copie che riempie d’orgoglio il paese, o perché per anni è stato medico condotto proprio a Bellano. Le due cose non si escludono, anzi: vanno a braccetto.

Del resto la Bandiera Arancione Bellano è lo scenario di una trentina dei suoi romanzi; è il paese dove è nato e da cui non si è mai voluto separare. «Non vivo più nella casa in riva al lago dove sono nato, son salito un po’ più su, ma dalla finestra dello studio vedo il lago. Anche se scrivo dandogli le spalle, per non distrarmi». Di Bellano, della sua storia e di quel che c’è intorno sa tutto, o quasi. E così delle mulattiere che costituiscono il Viandante ti racconta che «fino agli Sessanta univano le varie frazioni a mezza costa tra di loro con il lago, ma non erano mai servite per una comunicazione orizzontale, per quella c’erano le barche. Poi quella viabilità si è degradata, nonostante fino agli anni Settanta la campagna fosse ancora il secondo lavoro di molte famiglie delle frazioni che avevano una vacca nella stalla e facevano un vinello scarso. Merito dell’industria, perché questa sponda non è mai stata turistica, solo fabbriche. A Bellano c’era un cotonificio con mille operai, il turismo è arrivato solo dopo, in anni assai recenti». Anche grazie al Viandante? «Di certo hanno lavorato molto per risistemarlo e recuperarlo a scopo turistico: è stata una riscoperta che funziona bene. Ma mi piace esser preciso, io non l’ho mai fatto». Ma pur non avendolo percorso ne conosce la storia e le tante storie.