Aggiungi l’arte a tavola

Sempre più ristoranti espongono nelle sale sculture e quadri d’autore, trasformando una cena in un’esperienza multisensoriale. Ecco i più spettacolari, in Italia e all’estero

Una volta, l’arte culinaria iniziava e finiva nel piatto attraverso un percorso sensoriale di colori, sapori, forme e complesse combinazioni di ingredienti. Ma da tempo stiamo assistendo a una trasformazione nel settore della ristorazione.

Vuoi per la passione di ristoratori-collezionisti, vuoi perché sempre più spesso l’arte esce dai luoghi deputati come i musei e le gallerie e invade spazi alternativi per andare incontro a un pubblico più vasto e popolare, molti ristoranti si stanno trasformando in luoghi dove, oltre ai piatti del menu, si possono mangiare con gli occhi anche opere d’arte, trasformando così una semplice cena in una appagante esperienza multisensoriale. Abbiamo perciò selezionato alcuni ristoranti (da Nord a Sud d’Italia, preceduti da una rapida incursione all’estero) che con i loro raffinati allestimenti raccontano questo ritorno all’antica alleanza tra cibo e arte: due espressioni dell’uomo che riescono a procurare felicità e bellezza immediate, come del resto aveva intuito il compianto Gualtiero Marchesi, tra i primi a introdurre opere d’arte nei suoi locali.

Oltreconfine, impossibile non citare La Colombe d’or a Saint- Paul-de-Vence, sulla Costa Azzurra: è un vero e proprio museo. Sulle pareti del ristorante sono esposte opere lasciate (forse in cambio di un lauto pasto, chissà) da uno squattrinato Amedeo Modigliani, da Pierre Bonnard, Chaïm Soutine e Alexander Calder; così come è d’obbligo citare a Londra L’Escargot, uno dei più antichi ristoranti della città, nel quartiere Soho, dove si ammirano, tra un piatto e l’altro firmato dallo straordinario chef Marco Pierre White, opere di Marc Chagall, Joan Miró, Henri Matisse e David Hockney. Al Kronenhalle di Zurigo invece troviamo Kandinsky, Paul Klee, Ferdinand Hodler, Georges Braque. Il fenomeno non poteva non coinvolgere anche gli Stati Uniti: a Las Vegas, il Bellagio Picasso’s Restaurant, di proprietà del magnate Steve Wynn, è arredato con una ventina di tele e piatti di ceramica del pittore spagnolo.

Ma veniamo all’Italia. Planiamo a Milano sul ristorante Torre della Fondazione Prada, che propone sin dal bar opere di Lucio Fontana – Cappa per caminetto e Testa di medusa – mentre la ceramica policroma Pilastro dello stesso artista introduce alla sala del ristorante disposto su tre livelli: nei primi due si trova una selezione di quadri di William N. Copley, Jeff Koons, Goshka Macuga e John Wesley; l’ultimo accoglie l’installazione di Carsten Höller The Double Club e sulle pareti, i piatti d’artista realizzati per il ristorante da autori contemporanei come John Baldessari, Thomas Demand, Andreas Slominski, Francesco Vezzoli.

Arte come pane per i denti all’Osteria francescana, a Modena, tempio dello chef Massimo Bottura, tre stelle Michelin e più volte numero uno del The World’s 50 Best Restaurants. Qui, all’ingresso, una guardia di sicurezza scruta gli ospiti che entrano nel locale: da lontano sembra vivo e forse un po’ lo è. Si chiama Frankie e suo “padre” è l’artista americano Duane Hanson, che lo ha plasmato nel 1979, conferendogli quel tocco di iperrealismo tipico della sua arte. Frankie è una delle ultime opere che, assieme a un dipinto astratto circolare dell’artista messicano Bosco Sodi, è stata acquistata da Bottura, che ama dire: «Le opere d’arte sulle pareti sono il paesaggio delle nostre idee». Armoniosamente, i suoi manicaretti-capolavori si miscelano a opere d’arte contemporanea – dipinti, foto, sculture – come quelle del britannico Damien Hirst, tra gli artisti più pagati al mondo, e poi Michelangelo Pistoletto, Edgar Esser, Carsten Holler, Gavin Turk, Maurizio Cattelan, Francesco Vezzoli e Joseph Beuys, che rendono “monumentale” la serata.

A Gubbio (Pg) trionfano nel ristorante Nicolao dell’albergo Park Hotel Ai Cappuccini, il nero, il rosso e il giallo di tempere su muro staccate e riportate su tela. Sono le pennellate astratte del romano Giuseppe Capogrossi, che danno vita al suo tipico motivo, un albero dalla folta chioma – oggi logo della struttura umbra – richiamando casualmente le divise dei “ceraioli”, i portatori dei Ceri su cui si ergono le statue dei santi protettori delle corporazioni cittadine (Sant’Ubaldo, San Giorgio e Sant’Antonio), trasportate durante la Festa dei Ceri per le strade di Gubbio. Nella sala, tre ambienti dove la luce delle vetrate ridà vita alla pietra dell’ex convento del Seicento, si susseguono opere ceramiche di Gubbio e Gualdo Tadino dall’Ottocento a oggi e un olio su tela del XVII secolo dipinto da un artista del Nord Europa, per un totale di 24 manufatti. Sono in realtà più di trecento le opere d’arte che impreziosiscono l’albergo eugubino, tra arazzi, statue, installazioni, stampe e vasi. Un’emozionante sfilata di bellezza e creatività che rende il soggiorno unico.

A Roma, il ristorante La Pergola (all’interno dell’hotel Rome Cavalieri Waldorf Astoria), guidato dallo chef Heinz Beck, tre stelle Michelin, è impreziosito da una collezione di vetri del decoratore francese Emile Gallé, da un arazzo della Manifattura reale di Aubusson del XVIII secolo – Il Palazzo di Circe – e, tra gli altri pezzi, da una toletta dell’ebanista Charles Topino, arredatore di Maria Antonietta di Francia. A Matera, nuovo di zecca è Dimora Ulmo, un po’ ristorante, un po’ galleria d’arte, un po’ dimora storica. Il locale, all’interno di un palazzo settecentesco, offre ai commensali opere di artisti italiani del secondo Novecento tra pop art, astrattismo e arte cinetica, come Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli, Franco Costalonga, Piero Gilardi, Marco Lodola, Franco Grignani e Mauro Reggiani.

A Napoli il bistrot-galleria d’arte Baroq, a palazzo de Majo, propone dipinti e opere d’arte del barocco partenopeo accompagnati dalle pietanze di quella tradizione gastronomica; mentre a Bari compie un anno Vettor, il ristorante dedicato all’artista di origini baresi Vettor Pisani scomparso nel 2011 (un suo disegno è esposto nella sala centrale). Anche il bagno è creativo, con un intervento in ceramica dei francesi Sarah Jerome e Gael Davrinche. A Palermo, nei pressi del mercato della Vucciria, il Gagini Social Restaurant è tutto una galleria d’arte, a partire dalla sede che fu, nel XVI secolo, lo studio dello scultore e architetto Antonio Gagini. Anche i tavoli realizzati dall’artista Alfred Von Hersch sono chicche d’autore e ben si legano ai quadri dei contemporanei Croce Tavarella, Francesco De Grandi e altri nomi segnalati dalla Rizzuto Gallery, che espone negli spazi del ristorante.

E se vogliamo, è anche arte quell’originale tavolo social in cui persone di tutto il mondo siedono fianco a fianco condividendo racconti ed emozioni: l’arte dell’incontro virtuale, che in questi mesi è diventata la norma. Occhio però a tanta bellezza: chissà se, prima o poi, bisognerà pagare oltre al conto anche il biglietto d’ingresso?

Tutti gli indirizzi

Ristorante Torre, via Lorenzini 14, Milano, tel. 02.23323910; fondazioneprada.org
Osteria francescana, via Stella 22, Modena, tel. 059.223912; osteriafrancescana.it
Nicolao, via Tifernate, Gubbio (Pg), tel. 075.9234; parkhotelaicappuccini.it
La Pergola, via Cadlolo 101, Roma; tel. 06.35091; romecavalieri.com
Dimora Ulmo, via Pennino 28, Matera; tel. 0835. 1650398; dimoraulmo.it
Baroq, piazza Vittoria 6, Napoli, tel. 081.18671407.
Vettor, via Bozzi 73, Bari, tel. 080.8766966; ristorantevettor.it
Gagini Social Restaurant, via Cassari, 35, Palermo, tel. 091.589918; gaginirestaurant.com
La Colombe d’Or, Place G. de Gaulle, Saint-Paul-de-Vence, Francia, tel. +33.4.93328002, la-colombe-dor.com
L’Escargot Restaurant, 48 Greek St, Soho, Londra, tel. +44.20.74397474; lescargot.co.uk
Kronenhalle, Rämistrasse 4, Zurigo, Svizzera, tel. +41.44.2629900; kronenhalle.ch
Bellagio Picasso Restaurant, Las Vegas Blvd, Las Vegas, Usa; tel. +1.702.693.8865600, bellagio.com

Peso: 
-20