In Viaggio con Gaia. Non chiamatela Lapland, si chiama Sapmi

Sono ritratti in quasi ogni opuscolo di promozione turistica della Norvegia, sono i Sami. Li vedrete fotografati in vestiti con colori accesi accanto alle loro amate renne. Ma chi sono veramente i Sami?

I Sami norvegesi si considerano una nazione all'interno di una nazione. Anzi, potremmo dire che si considerano una nazione all'interno e anche all'esterno della nazione perché il loro senso di confine è legato alla natura del territorio, non alla politica. Ma con la politica oggi devono fare i conti anche loro. La nazione Sami va vista in una ottica diversa da quella a noi più consueta: i confini di questa nazione sono puramente linguistici, e sono tracciati dalle neccessità delle risorse naturali: dove vanno le renne, dove si può pescare secondo la tradizione, questo è il territorio dei Sami e loro lo chiamano Sàpmi. Questo termine è quello con cui si identificano loro stessi, il termine Lappone e Lapponia sono invece stati dati dagli europei. Arriva da "Lapp", "toppa", ed aveva un connotato spregiativo perché indicava il livello di povertà e semplicità della vita di queste popolazioni rispetto allo stile di vita già più urbano diffuso nel resto del continente.

I Sami oggi devono accettare confini disegnati dalla storia e da politici che risiedono in capitali lontane da queste regioni. La maggior parte (40000 dei circa 60000 sparsi nei paesi scandinavi) risiede in Norvegia. Ma una buona parte è divisa poi tra Svezia, Finlandia e Russia.

Per conoscerne la storia, per capire la importante trasformazione che questa popolazione sta vivendo, è neccessario fare tappa a Karasjok, nel Finmark.

Certo, Karasjok vi costringerà a deviare dall'itinerario consueto e più battuto verso capo Nord. E vi costringerà ad addentrarvi nel cuore del Finmark, al confine con la Finlandia, non lontano dal confine con la Russia. Ma visto che sicuramente nel vostro viaggio verso capo Nord, attraverso i fiordi norvegesi, tra assaggi di salmone e di marmellate di bacche, avrete sicuramente sentito nominare più volte i Sami, una visita a Karasjok vi consentirà di conoscere questa popolazione indigena europea come altrimenti non sarà possibile.

A Karasjok visiterete il bellissimo Samediggi, il parlamento Sami. Qui vengono discussi i problemi di questo popolo e come presentarli al governo norvegese. L'edificio è molto interessante e richiama forme tradizionali (il cono di legno che spicca dall'edificio è l'aula del parlamento). C'è una biblioteca, e in estate viene offerta una visita guidata a chi interessato.

Sempre a Karasjok c'è il parco tematico Sapmi (Sapmi è il nome della nazione Sami). Al suo interno, oltre al caratteristico shop, potrete assistere a due presentazioni video (con giochi di luce e di suoni impressionanti) che vi avvicineranno al passato ed al presente della popolazione Sami.

Sempre a Karasjok c'è il museo della storia e cultura Sami. La highlight qui è probabilmente la replica (l'originale è conservato in luoghi non visitabili del museo) di un tamburo sciamanico della fine del 1600. Si tratta di uno dei pochi tamburi sopravvissuti agli anni della "assimilazione", quando i Paesi scandinavi si adoperarono per far scomparire questa cultura, vista come fastidiosa e primitiva.

A Karasjok, insomma, ci si può immergere nel "rinascimento" dei Sami, oggi riconosciuti come un prezioso e indiscusso gruppo etnico indipendente (anche se non mancano attriti tra i Sami e il governo, soprattutto su temi di gestione del territorio).

A Karasjok si può pernottare allo Scandic o al Motell Karasjok, più economico.

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